mercoledì 30 novembre 2011

Rapimenti alieni? E' solo un disturbo del sonno




Per i nostri post riguardanti il lato scettico del fenomeno ufo che noi di Universo Ignoto trattiamo per par condicio vi presentiamo oggi questo articolo basato su ricerche secondo le quali i rapimenti alieni sarebbero riconducibili esclusivamente a disturbi del sonno... Ma come spiegare le cicatrici sul corpo degli addotti?? e gli impianti estratti ed analizzati in America da alcuni studiosi?

A voi lettori l'ardua sentenza, di seguito l'articolo.

"Possessioni demoniache, esperienze extracorporee, rapimenti di alieni: nessuno finora ha mai saputo trovare una spiegazione soddisfacente a tutto questo. C’è del vero o chi racconta questi fatti è irrimediabilmente un ciarlatano? Oggi, secondo uno studio pubblicato sulleSleep Medicine Reviews, si scopre che demoni e presenze maligne potrebbero essere il frutto niente affatto sovrannaturale di un disturbo del sonno poco conosciuto, la paralisi ipnagogica. 

Brian Sharpless, psicologo dell’università della Pennsylvania, si è messo a rivedere i dati di 35 ricerche sul tema condotte negli ultimi 50 anni, che hanno coinvolto oltre 36mila persone in tutto il mondo. Sharpless voleva capire innanzitutto quanto è comune la paralisi ipnagogica, una condizione che si verifica più spesso nelle fasi di addormentamento o di risveglio nella quale i muscoli volontari sono paralizzati, mentre i movimenti oculari e respiratori restano intatti; nei pochi minuti di paralisi che ai pazienti sembrano eterni è come se il corpo fosse già entrato o ancora immerso in una condizione di assoluto riposo, mentre il cervello è già sveglio e attivo. 

In questi momenti di transizione il paziente spesso ha delle allucinazioni, e sono queste che potrebbero spiegare le strane esperienze riferite da chi sostiene di essere posseduto oppure di essere stato rapito dagli alieni. «Non c’erano finora dati precisi circa la frequenza del disturbo, così ho rianalizzato tutte le ricerche precedenti e un mio recente studio condotto in soggetti di diverse età e caratteristiche – spiega Sharpless –. I risultati indicano innanzitutto che il problema è relativamente frequente: circa l’8 per cento della popolazione ha avuto un episodio almeno una volta nella vita, ma c’è pure chi ne ha tutte le notti».

La frequenza della paralisi ipnagogica si impenna però in due gruppi di persone: gli studenti giovani, dove la prevalenza arriva al 28 per cento, e i pazienti con disturbi psichiatrici, fra cui si arriva al 32 per cento od oltre (in chi soffre del disturbo di panico, ad esempio, si sale fino al 35 per cento). Tutto ciò forse si spiega con i motivi che più spesso sono alla base del problema, ovvero mancanza di sonno, stress, ritmi di vita irregolari. Il problema è assai poco piacevole, viste le allucinazioni che accompagnano la paralisi: nella maggior parte dei casi il paziente “sente” la presenza di un intruso, oppure un senso di oppressione al petto accompagnato dall’idea di essere aggrediti, oppure ancora si ha la sensazione di fluttuare al di fuori del proprio corpo e levitare. 

Quasi tutti sono impauriti, si sentono impotenti; moltissimi poi pensano di essersi svegliati, ma sono invece ancora immersi nel sogno. Così, ecco spiegate possessioni, rapimenti alieni ed esperienze extracorporee: secondo Sharpless è tutta colpa della “paralisi nel sonno” e delle sue allucinazioni visive, tattili, uditive e olfattive, che poi nelle diverse culture prendono “colori” diversi. 

Ce n’è pure testimonianza in un grande romanzo, Moby Dick, quando Ismaele “sente” un’oscura presenza malevola nella sua stanza, di notte. «Per chi soffre spesso di episodi di paralisi ipnagogica andare a dormire può essere un incubo, sono pochi quelli a cui piacciono le sensazioni provate durante le fasi di paralisi – osserva Sharpless –. Ora che sappiamo che si tratta di un disturbo non così raro, dobbiamo chiederci come riconoscerla e come aiutare i pazienti, quando la paralisi ha un impatto negativo sulle loro vite»."

(fonte: corriere.it)

lunedì 28 novembre 2011

John Mack: L'Ultima intervista



Di ritorno dopo una settimana di pausa densa di impegni vi proponiamo l'ultima intervista di John Mack, fatta dalla giornalista Paola Harris nel 2003.

Ricordiamo a tutti che John Mack (scomparso nel 2004, investito mentre si recava ad una conferenza), psichiatra e professore della Hardward Medical School rappresenta insieme a Budd Hopkins uno dei pilastri e pionieri delle ricerche riguardo i rapimenti alieni.

La sua ricerca ha rappresentato il punto di riferimento per molti studiosi del fenomeno in tutto il mondo, dapprima scettico si convinse ben presto della veridicità del fenomeno dopo aver esaminato diversi pazienti che raccontavano incredibilmente i fatti negli stessi medesimi particolari.

Fra i suoi libri che vi consigliamo di leggere è sicuramente d'obbligo "Rapiti! Incontri con gli alieni e "Passaporto per il Cosmo", titoli purtroppo introvabili in Italia che ormai sono disponibili solo in lingua originale.


Ecco a voi l'intervista completa:

- Di Paola Harris -


Questa intervista mi è stata rilasciata il 16 novembre 2003 in Italia, a Firenze, dal Dr. John Mack, scomparso tragicamente nel 2004, autore dei libri "Rapiti" e "Passaport to the Cosmos" e professore alla Harvard University.

  Si tratta di una intervista ad una persona davvero eccezionale, che delinea in essa il suo approccio alle indagini sul fenomeno dei "rapimenti alieni" e chiarisce i problemi creatigli in sede universitaria. Problemi poi superati a dispetto dell'azione di disturbo del Giurì accademico dell'Università di Harvard, dal confronto con il quale Mack è notoriamente uscito a testa alta dopo le verifiche del suo corretto "modus operandi". Se mi si chiedesse con chi mi sento più in sintonia fra i tanti ricercatori in ufologia del momento, indicherei senza dubbi proprio lui. E In effetti la sua filosofia dice tutto.

P. H.: Dr. Mack, grazie per essere qui. Ci può raccontare un po' della Sua vita?

John Mack: Per prima cosa mi piacerebbe darvi una panoramica sul cosiddetto fenomeno delle "abductions", quindi affrontare il problema rappresentato dai metodi a nostra disposizione per riconoscere quando ci si trovi veramente di fronte a tale strano fenomeno e, infine, vorrei discutere le implicazioni che tale fenomeno e fenomeni consimili implicano per il mondo. Per prima cosa voglio darvi qualche notizia sulla mia formazione e su come sono venuto a contatto con una materia tanto inusuale.
Sono della città di New York , lavoro alla Harvard University a Boston. Sono psichiatra e psicanalista e sono particolarmente interessato alle esperienze fuori dall'ordinario.
Malgrado ciò quando iniziai a sentir parlare di questi casi in cui la gente sosteneva di essere stata portata da strani esseri all'interno di UFO pensai di trovarmi di fronte ad una nuova forma di demenza... Però, dopo aver esaminato una cinquantina di soggetti che, secondo me, erano portatori di una esperienza genuina, mi resi conto che questa questione non aveva nulla a che fare con le malattie mentali. Nel 1994, sicuro di trovarmi su un "terreno solido", pubblicai il mio primo libro "Abductions" (in ed. italiana, "Rapiti", Mondadori, anche in edizione Oscar con prefazione d Roberto Pinotti). Ciò ebbe una grande risonanza sui mass media e venni invitato a diversi talk-shows tra cui Larry King e Oprah Winfrey. Ingenuamente pensavo che tale interesse fosse dovuto all'argomento che riguardava il grande problema degli UFO, invece non mi ero accorto che a loro interessava solo vedere un professore di Harvard che si rendeva ridicolo.
Ero così esaltato dalla scoperta che siamo veramente contattati da strani esseri che pensai che anche i miei colleghi della Scuola di Medicina di Harvard avrebbero condiviso tale entusiasmo.
Purtroppo fui molto ingenuo perché la reazione delle autorità della Scuola di Medicina fu tutt'altro che entusiasta.

P. H.: Come ha saputo che potevano esserci dei problemi?

John Mack: Cominciai a preoccuparmi e pensai che sarebbe stato meglio parlarne personalmente al Decano, visto che appariva chiaro che essi non approvavano il mio lavoro. Invece di ottenere un appuntamento da lui ricevetti una lettera che mi informava che era stata nominata una commissione, di tre persone: questa commissione aveva il compito di determinare dove e quando avessi sbagliato. Si trattava di un passo senza precedenti per una Università che si era sempre vantata di difendere a tutti i costi la libertà accademica. A questo punto vorrei dire a cosa è servita la commissione che è venuta a seguire il mio lavoro per quattordici mesi: il risultato della investigazione condotta nei miei confronti fu una specie di tregua in cui non vinse nessuno e nessuna azione venne intrapresa contro di me ma, semplicemente, fui incoraggiato a proseguire mio lavoro solo se avessi rispettato le regole della Scuola di Medicina, regole che non mi sono mai state comunicate. Voglio porre in risalto ciò che questa investigazione mi ha insegnato e di cosa si è trattato in realtà: per quale motivo il mio lavoro destava tanta preoccupazione nell'Università? Per rispondere a questa domanda dobbiamo dare un'occhiata generale alla fenomenologia riguardante l'esperienza di contatto con gli UFO e quindi addentrarci in ulteriori campi di ricerca.

P. H.: Quanti casi ha esaminato?

John Mack: Ho esaminato tre-quattrocento persone che hanno avuto questa esperienza sia negli Stati Uniti che in altri paesi e culture. Esiste un fenomeno di base che conosciamo tutti e che consiste nel fatto che una persona viene "contattata": a letto, in casa, in macchina, su un campo da gioco eccetera.
Non sempre viene visto l'UFO, ma sempre viene vista una luce. Posso aggiungere che la questione della luce e dell'energia in essa contenuta, ricorrente in questa fenomenologia, è di estrema :importanza e richiederebbe uno studio a sé.
La persona viene "prelevata" (e qui sorge un problema di linguaggio), anche attraverso un muro o una finestra, per giungere in un luogo chiuso dove hanno luogo certi procedimenti simili a quelli che avete sentito descrivere da un Travis Walton. Per molto tempo, molti anni, soprattutto grazie alla pionieristica ricerca di Budd Hopkins, abbiamo ritenuto che lo scopo principale di ciò fosse la creazione di una nuova razza ibrida, visto che era ricorrente il racconto di prelievi di ovuli nelle donne, di sperma negli uomini e di strani feti ibridi allevati sulle astronavi aliene. Oggi ho la sensazione che il fenomeno stia cambiando rispetto a quel tipo di esperienze originarie e che l'esame fisico dia luogo ad esperienze più complesse. Una delle cose che dovuto fare per lavorare in questo campo è stato mettere da parte le mie nozioni sul funzionamento dell'Universo.
Per gli uomini è naturale cercare di collegare le nuove fenomenologie con ciò che già si conosce. Per esempio, se gli alieni vogliono effettuare sperimentazioni sui nostri corpi, per quale motivo prelevano tante persone? Questo è un tipico modo di proiettare su di un fenomeno sconosciuto e nuovo ciò che noi già sappiamo sugli esami medici.

P. H.: Quali sono i problemi più gravi sorti circa la spiegazione del fenomeno?

John Mack: C'è un incrocio culturale alla base del fenomeno. Vorrei soffermarmi sul problema del linguaggio e su come noi percepiamo le cose che ci sembrano strane. Per esempio, parole come "abduction" o "alieno" già condizionano il discorso in una certa direzione. La parola "abduction" o "rapimento" non va bene per due motivi: primo, perché implica che le persone che hanno avuto questi contatti vengano prelevate contro la loro volontà, come quando i rapitori sono uomini, e ciò non è sempre vero; secondo, implica che la persona sia portata fisicamente, con tutto il corpo, all'interno di una nave spaziale, e ciò non è sempre vero.
Un altro aspetto del contatto è quello che riguarda il trasferimento di informazioni agli esseri umani mediante telepatia o mostrando al contattato particolari immagini. La maggior parte di queste informazioni riguardano le azioni distruttive della nostra specie nei confronti del nostro pianeta. È come se stessimo creando, con i nostri comportamenti ecologici planetari, dei problemi ben più grandi a livello galattico.
Coloro che vivono l'"esperienza" ricevono capacità e talenti che non sono compatibili con le loro conoscenze. Ad esempio possono scoprire di possedere un grande talento artistico scaturito da questa esperienza oppure viene loro data una conoscenza scientifica ben al di là della loro formazione scolastica oppure, ancora, dicono di aver immagazzinato formule matematiche e nozioni scientifiche che, sottoposte a verifica, costringono gli scienziati a riconoscere la loro veridicità. Personalmente ho potuto studiare diversi di questi casi.

P. H.: Le va di parlare di tali prove? Come si sa se uno dice la verità?

John Mack: Vorrei proprio parlare del problema rappresentato dalle prove. Come possiamo essere sicuri che le esperienze riportate da questi soggetti siano vere? Come valutiamo questi resoconti e come ne determiniamo l'autenticità?
Per esempio, quando compio le mie valutazioni, mi è chiaro che non ha senso che persone sane di mente inventino tali storie. Non possono averle apprese dai mezzi di comunicazione perché spesso sanno ben più di quanto tali mezzi non sappiano.
Comunque manca sempre qualcosa quando si decide di stabilire se, raccontando storie cosi bizzarre, le persone stiano dicendo la verità e se sia il caso di prendere sul serio i loro racconti. Al momento non disponiamo ancora di un tale criterio di valutazione e io sto lavorando proprio a questo, cercando di delineare una nuova Scienza dell'Esperienza.
Nella scienza tradizionale, quando osserviamo un certo fenomeno, cerchiamo di oggettivare il più possibile ciò che stiamo studiando, ma quando si cerca di comprendere qualcosa che è tanto importante e profondo per un soggetto non possiamo tenerci in disparte e dobbiamo "entrare" nella coscienza di quella persona. Cosi facendo susciteremo le ire dei critici che diranno: "Ciò che stai apprendendo è troppo soggettivo!" Ma il problema è proprio questo: quando si giunge a conoscenze così profonde l'analista deve vivere "soggettivamente" l'esperienza del soggetto.

P. H.: Ma come si sa cos'è questa esperienza?

John Mack: Resta il problema della veridicità. Se io dico che "sembra proprio che stiano dicendo la verità" ciò non è sufficiente. Dobbiamo iniziare ad avere una nuova visione olistica della conoscenza. Ciò si avvicina a quello che definiamo "conoscenza intuitiva", una specie di conoscenza col cuore e con lo spirito che ha fatto parte delle culture tradizionali per secoli e millenni ma che si è poi persa in occidente.
Su questa materia mi è stato dato un certo aiuto da Monsignor Corrado Balducci che ha affermato: "nella Chiesa noi prendiamo molto sul serio il fenomeno degli incontri con gli UFO, soprattutto perché ci sono così tanti testimoni affidabili. Nella Chiesa ci troviamo da secoli nella condizione di dover esaminare i resoconti sui miracoli e quindi abbiamo dovuto sviluppare un criterio di valutazione attendibile che si può riassumere col concetto di 'testimone affidabile'."
Così anch'io ho iniziato ad applicare ai miei casi quest'idea di "testimone affidabile". Come facciamo a riconoscere un testimone affidabile? Per me queste persone sono testimoni affidabili quando la forza della loro comunicazione, letteralmente, mi attraversa. Ho potuto sperimentare una sorta di potente vibrazione quando queste persone rivivevano le loro esperienze. Mi trovavo in presenza di qualcosa che incuteva timore per la sua intensità. Anche i soggetti esprimevano a parole questa sensazione e dicevano che era come se ogni cellula del loro corpo stesse vibrando.
Quando ci si trova in presenza di una cosa simile la si percepisce con tutto il proprio essere.
Faccio un esempio: uno dei miei primi casi è stata una psichiatra che lavorava nel sociale, sulla quarantina, molto precisa nella comunicazione, molto autocritica e controllata. Alla sua seduta invitai anche un altro psichiatra che era stato il suo terapeuta e che la conosceva molto bene. Lei, mentre riviveva le sue esperienze le chiamava "sogni elettrici"; non si trattava assolutamente di sogni ma quella definizione la aiutava a descrivere la sensazione di elettricità nel corpo. Quando rivisse con me uno di questi "sogni" di esperienza con gli extraterrestri e descrisse il suo essere presa e portata nel veicolo ed il suo trovarsi di fronte agli esseri divenne estremamente emotiva, sudava, tremava e urlava. Quando la seduta fu terminata l'altro psichiatra scosse la testa e disse che a quella donna doveva essere successo veramente qualcosa di grave, che la conosceva da troppi anni ed era certo che non stesse mentendo. Gli chiesi di testimoniare a mio favore per l'investigazione di Harvard, visto che era l'unico psichiatra di Boston di mia conoscenza che avesse avuto esperienza di casi simili. Egli mi rispose che non aveva mai creduto alla realtà di queste cose ma, dopo aver visto la sua paziente in quello stato, era giunto alla conclusione che alcuni di questi casi erano sicuramente veri. La commissione non gradì la sua testimonianza e nel rapporto che emise non fece il minimo accenno ad essa. La prova della veridicità del soggetto ha a che fare con la risonanza che si crea tra la persona che racconta l'esperienza ed il terapeuta che investiga. Potrebbe essere definita un "conoscenza diretta". Accade quando sai con tutto il tuo essere che quella persona sta dicendo la verità. Si possono trovare esempi di questa "conoscenza diretta" negli atti del tribunale che ascoltò i resoconti dei testimoni sulle torture in Bosnia. Il giudice, dopo aver ascoltato la testimonianza di una donna, disse: "non ho bisogno di altre testimonianze, posso solo dire che non è possibile che lei stia mentendo, per me questo è sufficiente." Adesso tutti sappiamo che la tortura esiste; questa cosa è stata ammessa, ma ancora non si ammette che anche gli incontri con gli alieni esistono.

P. H.: Ha ragione sul fatto che tutto questo costituisce un vero mistero da spiegare. Ma che tipo di prove ci sono in proposito?

John Mack: A questo punto dovete sapere che in questa fenomenologia abbiamo le prove di modelli ricorrenti e simili evidenziatisi in centinaia se non migliaia di casi. Ciò sta aiutando a creare un nuovo atteggiamento nei confronti dei testimoni. Quando un testimone parla tutti si accorgono che egli ha veramente sperimentato un altro tipo di realtà. La sincerità, la verità e la forza d'animo sono misurabili proprio come le distanze e i pesi, ma in un modo diverso.
Nella nostra cultura esperienze come quelle dei rapimenti alieni, degli UFO e dei Crop Circles vengono definite "anomale", ma ciò non accade in tutte le culture. Molte delle nostre esperienze rientrano nel rango delle anomalie e quando ho parlato di esse con dei Nativi americani loro hanno semplicemente risposto che non sono anomalie e che al contrario loro le conoscono perché come fatti che rientrano nelle esperienze umane. Adesso voglio parlarvi dell'attuale visione del mondo e di come essa agisce. Ci si è sempre riferiti ad essa come ad un paradigma e la si è associata al pensiero scientifico, ma io preferisco chiamarla "visione del mondo" (i filosofi tedeschi la definivano con termine "weltanschauung") perché riguarda qualcosa di ben più grande della sola scienza.
La visione del mondo è il modo in cui organizziamo la realtà; corrisponde al modo in cui pensiamo che le cose funzionino e per noi è come una bussola, uno strumento di navigazione che ci permette di tenere insieme la nostra psiche.
Quando mi affibbiarono la commissione d'inchiesta compresi che stavo mettendo in pericolo la visione del mondo su cui i miei colleghi si basavano. "Quando minacci l'imperatore allora lui ti colpisce".

P. H.: Si tratta dunque di cambiare paradigma o "worldview": ovvero la nostra "visione del mondo"?

John Mack: Sì, la visione del mondo dominante nella nostra società potrebbe essere definita "umanesimo antropocentrico newtoniano-cartesiano". È una visione che colloca l'essere umano al vertice di una gerarchia cosmica di intelligenze. Il modo più semplice per definirla è Materialismo Scientifico. In questa visione del mondo la materia è energia, è la realtà primaria e nel Cosmo non esiste alcuna intelligenza superiore. Il suo metodo di studio è basato sulla realtà oggettiva e sulla separazione tra l'investigatore ed il fenomeno investigato. Bene, questa visione del mondo che ha dominato la nostra società è in errore. È in errore in ogni importante elemento che la costituisce. Prima di tutto sappiamo che esiste tutta una serie di fenomeni che non riusciamo a spiegare e che questo metodo scientifico non riesce neanche a trattare. Molte delle cose che oggi abbiamo scoperto in tal modo non possono nemmeno essere studiate. La visione del mondo dominante è terribilmente distruttiva perché tratta l'intero pianeta come se fosse un semplice ammasso di risorse pronte per essere sfruttate, per le quali vale la pena combattere qualsiasi guerra e che saranno conquistate dal più forte.
Da questa visione non può scaturire alcuna vera gioia per l'umanità perché le uniche gratificazioni possibili sono sempre e soltanto di tipo materiale. Ma ora una nuova visione del mondo sta emergendo ed essa dà spazio anche a chi crede che esistano intelligenze superiori nell'universo.
Quello che accade ai miei clienti è una dimostrazione dell'esistenza di tali intelligenze; i Cerchi nel Grano provano che tali intelligenze stanno cercando di comunicare con noi. In questa nuova visione del mondo è compreso un modello dell'Universo in cui tutto comunica con il Tutto e ciò trova conferme anche nella fisica d'avanguardia. Per tale nuova visione del mondo sono necessarie nuove ondate di conoscenza insieme ad un risveglio spirituale.
Questo cambiamento che avviene intorno a noi incontra ostilità e resistenze molto forti perché il mantenimento del vecchio sistema di pensiero ha richiesto enormi investimenti economici, politici e psicologici. Ma ormai vediamo ovunque persone che si aprono a questa nuova visione del mondo. Quanto sarebbe diverso il mondo se questa nuova visione diventasse quella dominante?

P. H.: Sì, sembra che i giovani siano i più disponibili. Può illustrarci i vantaggi di pensare in base a tale nuova "worldview"?

John Mack: Diverremmo capaci di condividere le nostre esperienze con tutti gli esseri viventi e tratteremmo finalmente la natura con rispetto e senza violentarla. Saremmo in grado di identificarci con altri popoli, religioni e con gli animali senza più considerarli mercati da sfruttare e prodotti da vendere e consumare e, soprattutto, ci renderemmo conto di essere connessi col Divino, con un Principio Creativo immensamente più appagante di qualunque bene materiale. Si avrebbe allora un globale risveglio dei cuori. Tutto ciò io l'ho appreso occupandomi dell'esperienza dei rapimenti alieni perché i contattati riferivano di aver saputo dagli esseri da loro incontrati che noi rappresentiamo una minaccia non solo per la Terra ma anche per la Galassia.
Spero che sapremo trasformarci da nemici della Galassia in suoi cittadini.

P. H.: Sono perfettamente d'accordo con Lei. È stato un vero onore conoscerLa. Grazie.

sabato 19 novembre 2011

Biagio Russo presenta "Schiavi degli Dei" il 26 Novembre a Terni


Oggi vi segnaliamo un appuntamento da non perdere:


Con il patrocinio del Comune di Terni, Sabato    26 novembre 2011 alle ore 17,00 presso la Sala Rossa di Palazzo Gazzoli, Biagio Russo, autore del libro “Schiavi degli Dei”, presenzierà ad un incontro con i suoi lettori e con quanti vorranno conoscere le tematiche trattate nel libro.

Biagio Russo, ternano di nascita, sarà felice di incontrare  i suoi concittadini, in questa nuova veste di scrittore/ricercatore, per proporre il suo libro “Schiavi degli Dei” e far  conoscere a quanti lo desiderano le tematiche che si sviluppano nel suo interessante lavoro.

Le tante presentazioni del libro “Schiavi degli Dei” in tutta Italia, la distribuzione sempre più capillare, le interviste radiofoniche e televisive,  anche su reti nazionali, gli articoli presenti su tante riviste di settore e non, le recensioni di autorevoli esperti, noti al grande pubblico degli appassionati dei misteri dell’antichità, quali ad esempio Roberto Pinotti, Alfredo Lissoni, Luca Scantanburlo, ecc. hanno fatto sì che l’attenzione verso questa pubblicazione e la sua visibilità fossero costantemente in aumento, e hanno posto l’autore al centro di  crescente curiosità.

“Schiavi degli Dei” è un testo unico, in Italia, tra quelli del suo genere, sia per la profondità delle ricerche effettuate e dei risultati ottenuti, nonché per la mole di riferimenti testuali a documenti autorevoli ed ufficiali anche molto antichi, che danno incontestabile valore a tutta l’opera. Si tratta di un percorso in cui il lettore viene portato per mano alla ricerca di un crescendo di tracce da seguire, indizi da trovare e testimonianze da acquisire agli atti di un ipotetico processo contro l’occultamento della verità, nascosta o semplicemente taciuta: un viaggio verso la Conoscenza delle origini dell’uomo.
“Schiavi degli Dei” è un saggio molto ben costruito, in cui la passione dell’autore e la schematicità dell’opera trovano il giusto equilibrio per dare al lettore un’opera ricca di spunti di interpretazione del passato antico.
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martedì 15 novembre 2011

Intervista a Budd Hopkins: Il fine ultimo dei rapimenti alieni


Oggi vorrei segnalarvi sotto gentilissima concessione del giornalista investigativo e ufologo Maurizio Baiata , un'intervista inedita ad un pilastro dell'ufologia mondiale, lo studioso di abduction  Budd Hopkins, recentemente scomparso.

Di seguito il testo iniziale:

"Budd Hopkins, il più famoso esperto americano nel campo delle Abduction, è morto il 21 Agosto 2011, dopo una lunga malattia contro la quale aveva lottato coraggiosamente. Altrettanto coraggiosamente ha condotto la sua lotta contro l’establishment scientifico e politico statunitense che mai ha ammesso le prove, l’attendibilità delle testimonianze e la serietà degli studi condotti da lui e da altri importanti ricercatori. Lo intervistai per la prima volta a San Marino nel 1997 e il testo che qui presento nella sua stesura originale è in gran parte inedito.

Maurizio Baiata: Budd, ti ringrazio per questa intervista e vorrei entrare subito in argomento. Puoi descrivere cosa muove le persone a contattarti?

Budd Hopkins: Le persone non reagiscono immediatamente. Credo che in loro la semplice idea di dover ricostruire certe esperienze crei automaticamente una situazione di disagio. Per questo non si gettano a capofitto nel “programma” e il giorno stesso chiamano l’esperto in abductions.
Ci pensano su a lungo e alla fine, riluttanti, si rivolgono a me per un consulto. I contatti, le lettere e le telefonate che mi giungono non sono mai diminuiti, sin dalla pubblicazione del mio libro “Intruders” nel 1987. La corrispondenza negli anni è aumentata progressivamente e ancora oggi ricevo ogni giorno almeno due nuovi casi che devono essere investigati. Il punto non è però la quantità, ma la qualità. I casi vengono dall’Italia,
dal Sud America, dall’Europa, da tutti i territori degli Stati Uniti. Cerco di mantenermi in contatto con i ricercatori delle varie nazioni, come te, perché se ne occupino. Il numero dei casi però è enorme, stupefacente.

M.B.: : Come è iniziato il tuo coinvolgimento?

B.H.: Con Allen Hynek. Eravamo molto amici. Allen era stato sempre a disagio con le abductions, non gli piaceva riconoscere che avvenivano realmente. Era un uomo meraviglioso, gli volevo bene. E mi diceva “Dannazione, Budd, i risultati della tua inchiesta sono giusti, ma questo proprio non mi va giù! Non riesco neppure a immaginare una cosa del genere!”. Tutto sommato in cuor suo ci credeva, ma ha lottato contro l’idea dei rapimenti sino all’ultimo giorno della sua vita. Non poteva accettarlo, anche se ammetteva che i casi erano consistenti.

Vi invito a leggere il seguito di questa interessantissima intervista sul blog ufficiale di Maurizio Baiata al seguente link, ringraziandolo di nuovo per la gentile concessione


lunedì 14 novembre 2011

Governo Monti: l'ombra del Bilderberg



Oggi vi proponiamo questo iteressante articolo di Paolo di Bello dal sito infiltrato.it riguardo la figura di Mario Monti

"Mario Monti, il prossimo presidente del Consiglio voluto da Giorgio Napolitano, è esponente di primo piano del Club Bilderberg, una associazione al limite del segreto che raggruppa le personalità più influenti del pianeta: politici, economisti, imprenditori, militari che annualmente si riuniscono per decidere le sorti del pianeta. La crisi italiana, eterodiretta da una potentissima centrale di potere, rischia di trasformarsi nella tomba della democrazia. La strada del voto, e quindi della legittimazione popolare del Governo, sembra eclissarsi definitivamente.

Monti e il Bilderberg, un colpo alla nuca della democrazia

Giorgio Napolitano, il comunista migliorista che approvò (pentendosene solo molti anni dopo) l’ingresso dei carri armati sovietici nell’Ungheria del ’56, ha nominato Mario Monti senatore a vita e, ad ore, si accinge a farlo anche Capo del governo. Ad applaudire la scelta, principalmente, è l’asse BCE-FMI, ovvero la banda Bassotti di tecnocrati, banchieri e speculatori internazionali che fanno capo alla Banca centrale europea e al Fondo monetario internazionale. Gli applausi più fragorosi, tuttavia, giungono dal club Bilderberg, cioè dalla cabina di regia dell’intera operazione. Il club Bilderberg (il nome è dell’albergo dove avvenne la prima riunione) , ovvero il club dei padroni del pianeta di cui Monti, da anni, è parte integrante. Mai, come in questo caso, per capire la scelta compiuta dalla banda Bassotti bisogna risalire “a monte”. Il club, o gruppo Bilderberg, è ignoto alla stragrande maggioranza del globo terracqueo, fattore che ne determina l’influenza occulta e la manipolazione segreta di tutte le principali decisioni che governano il pianeta. Stiamo parlando di circa un centinaio di persone potenti e influentissime, politici, economisti, imprenditori e militari collocati in posti chiave e strategici, che annualmente, dal 1954, si riuniscono in piccole cittadine, lontano dagli occhi della pubblica opinione, per assumere decisioni che riguardano il destino di milioni di inconsapevoli persone. Nel corso di questi meeting (nel 2004 lorsignori si sono riuniti in Italia, a Stresa) la stampa è tenuta rigorosamente alla larga e vige per i protagonisti il divieto assoluto di rilasciare qualsiasi tipo di dichiarazione. Per capirci, del Bilderberg ha fatto parte il banchiere David Rockfeller (uno dei fondatori) e ne fa tuttora parte Henry Kissinger, il potentissimo segretario di stato di Richard Nixon al centro delle più inquietanti trame internazionali degli anni ’70. Kissinger, per capirci, è l’uomo del golpe cileno e dello scandalo Watergate. Ma senza andare a ritroso nel tempo, e per restare a casa nostra, nel Bilderberg troviamo le tracce dell’ex presidente del Consiglio, Romano Prodi, del neopresidente della BCE, Mario Draghi, del pupillo di casa Agnelli, John Elkan, del numero uno di Telecom Italia, Franco Bernabè e, per finire, il presidente del consiglio in pectore – quello voluto da Napolitano – Mario Monti.

L’ex comunista migliorista ha deciso quindi di puntare su un uomo che è, nella migliore ipotesi, espressione del Gotha finanziario mondiale, mentre nella peggiore è parte integrante di un club di framassoni che decidono i destini del mondo. Invitiamo, tra coloro che ne volessero sapere di più, alla lettura dell’illuminante volume “Il club Bilderberg – La storia segreta dei padroni del mondo” del giornalista spagnolo Daniel Estulin. Un’inchiesta rigorosa e inquietante dove i lettori italiani potranno conoscere un aspetto segreto del prossimo premier.

E’ chiara, almeno ai nostri occhi, la deriva verso la quale ci stiamo avviando, quella di un esproprio progressivo della democrazia. La parabola berlusconiana ha fatto credere agli italiani che, contrariamente all’adagio popolare, al peggio vi fosse un limite. Invece non è così: il peggio deve ancora venire. Stiamo finendo nelle mani della più grande macchina di macelleria sociale che il mondo conosca, quella di una camarilla di plutocrati manovrati dalla più grande centrale di potere al mondo: il Bilderberg, appunto. Sorprende, in tutto questo, il ruolo di Giorgio Napolitano, levatrice di quello che si annuncia il più grande infarto della democrazia italiana. Il Capo dello Stato, dinanzi al crollo del berlusconismo, finito nel nulla come dal nulla era nato, aveva un solo dovere, che non è quello imposto dalla prassi, cioè di esplorare la possibilità di governi alternativi, ma quello imposto dalla realtà dei fatti: restituire la parola agli elettori e consentire l’insediamento di un governo legittimato dal consenso popolare. Il governo Monti, eterodiretto dai marescialloni del Bilderberg, è il colpo di nuca alla democrazia italiana."

(fonte: infiltrato.it)

giovedì 10 novembre 2011

Attesa per l'11-11-11



Domani sarà un giorno molto particolare, di quelli che fano accapponare la pelle dei superstiziosi molto più del classico “venerdì 13”: alle 11, 11 minuti e 11 secondi dell’11 novembre 2011 (anzi, dell’11/11/11) si realizzerà un lungo palindromo del numero 1.

Secondo la definizione, il “giorno palindromo” è una data del calendario che, scritta con la formula “giorno/mese/anno” ha una perfetta simmetria nella lettura, ovvero si può leggere sia da sinistra verso destra sia da destra verso sinistra. Alle 11:11 (e 11 secondi) di domani, un giorno preso d’assalto anche per matrimoni e altri eventi, avremo un palindromo a 12 cifre, e non ne avremo altri simili per i prossimi 100 anni.

Ma il palindromo di domani ha ispirato e dato il titolo addirittura a un film horror, diretto da Darren Lynn Bousman e “sembra” che questa data davvero “significhi” qualcosa e che il numero 1111sia in grado di mettere in contatto gli uomini con il mondo del soprannaturale.

Non è tutto, perché alcuni prevedono che l’11/11/11 (o al più tardi il 12/12/12) possa esserci la fine del mondo. In questi casi previsioni e profezie si sprecano, ma la loro credibilità e veridicità è chiaramente tutta da dimostrare.

Come quella del 12/12/12, che secondo l’opinione popolare sarebbe stata prevista dai Maya nel loro calendario. Nulla di più sbagliato: tutto sarebbe nato con Cristoforo Colombo e alcuni equivoci e interpretazioni errate sui suoi scritti, come hanno dimostrato alcuni antropologi dell’Università del Kansas in uno studio presentato al IX Simposio internazionale di Archeostronomia a Lima. Secondo gli ultimi studi, tutto ebbe inizio agli albori del 16esimo Secolo, con una combinazione di profezie astrologiche e bibliche per spiegare il nuovo millennio: dopo avere scoperto il Nuovo Mondo, Cristoforo Colombo si sarebbe convinto che l’avere scovato la terra più remota avrebbe condotto la Spagna alla riconquista di Gerusalemme, facendo avverare la fine del pianeta descritta nel Libro della Rivelazione. Per corroborare le sue convinzioni, l’esploratore genovese scrisse un suo Libro delle Profezie, che includeva una sua intervista al leader Maia, fatta nel 1502. Sarebbe stato proprio questo riferimento, ha spiegato negli Usa l’antropologo John Hoopes, ad avere dato adito alle successive speculazioni e congetture di esploratori e missionari, spingendo eccentrici e studiosi a collegare gli antichi Maya, prima di ogni contatto con gli europei, con le credenze popolari astrologiche e religiose del 1500.

Equivoci e distorsioni sono tornati a ogni revival d’interesse per la cultura Maya. Come è avvenuto negli anni ’60, quando il mito è rifiorito con l’alba dell’Età dell’Acquario, segnandone una ripresa: «Le credenze sulla fine del mondo sono presenti in molte culture antiche - ha spiegato ancora Hoopes - ma sono diventate una parte fondamentale dei tempi moderni a partire dal 1499, soprattutto per gli americani. Astrologia, tavolette Ouija, sedute spiritiche, pseudoscienze ed extraterrestri hanno trovato terreno fertile in molte parti dell’America». Basti pensare che Mary Todd Lincoln usò una seduta spiritica per contattare suo figlio, e che anche Nancy Reagan consultava gli astrologi: «Ma tutti questi pensieri magici - secondo Hoopes - aiutano solo a perpetuare miti e credenze che non hanno alcuna base scientifica».


(fonte ilsecoloxix.it)

martedì 8 novembre 2011

Casa Bianca: Gli UFO non esistono


Si profilano tempi duri per gli attivisti del cosi detto "disclosure", ovvero le varie iniziative volte a portare alla luce la realtà extraterrestre nel nostro pianeta.
La casa bianca adesso si è finalmente espressa....ma in senso negativo.

Gli UFO non esistono. Gli incontri ravvicinati? Di nessun tipo. L'Amministrazione Obama risponde ufficialmente a due petizioni che chiedevano lumi sul rapporto tra alieni e umani e le comunicazioni con il governo degli Stati Uniti. Addio Area 51, grigi, rapimenti alieni, rettiliani, astronavi, ma rimane comunque la "fine del mondo". Prima che la smentiscano.

Di scheletri nell'armadio la Casa Bianca ne ha tanti ma sicuramente, e ora lo ammette ufficialmente, in risposta ad una petizione di cittadini, nessuno di questi è "alieno". D'ora in avanti chi parlerà di grigi in qualche sotterraneo nelle remote basi militari americane, ovviamente segrete, si sentirà citare, come un mantra, il "niet" definitivo della Casa Bianca sulla questione UFO.

Ora forse Ray Santilli se la starà ridendo con il suo "footage" vero-falso-sostituito, e chi non crede e non ha mai creduto agli UFO potrà certamente contare su questa "dichiarazione ufficiale" assolutamente "credibile". 

 Soprattutto perché fatta nell'epoca di un presidente "buono", "liberale" e "sincero" come Obama, mica "cattivo" (eccetera) come George W. Bush. Sul sito della Casa Bianca, totalmente "rivisto" in versione "social" da Obama, c'è una sezione, chiamata emblematicamente "We The People" che offre la possibilità di richiedere delle risposte direttamente alla White House grazie alla raccolta di firme on-line (http://is.gd/VbVLVl). 

Riguardo agli "alieni" c'erano due petizioni, molto attese nel mondo degli ufologi statunitensi, almeno per la curiosità di leggere con quale "neolingua" il governo americano avrebbe risposto. Tutte e due le petizioni erano firmate dal gruppo di attivisti politici PRG (Paradigm Research Group) il cui "claim" è "Political Activism in Service to the Politics of Disclosure - Exopolitics" (http://is.gd/QbgRPV). 

La prima petizione (firmata da 12mila persone) chiedeva all'Amministrazione Obama di "riconoscere formalmente la presenza extraterrestre che coinvolge la razza umana" (http://is.gd/jd1Vyr). La seconda (firmata da circa 5mila cittadini) invece chiedeva al Presidente Obama di "rivelare immediatamente" che il Governo USA è a conoscenza di comunicazioni con "esseri extraterrestri" (http://is.gd/Zh0V46). 

Ed ecco la risposta "storica" (ma anche senza virgolette, a scelta) della Casa Bianca: "The U.S. government has no evidence that any life exists outside our planet, or that an extraterrestrial presence has contacted or engaged any member of the human race. In addition, there is no credible information to suggest that any evidence is being hidden from the public's eye". Traduzione: "Il governo USA non ha alcuna prova che la vita esista al di fuori del nostro pianeta, o che una presenza extraterrestre abbia contattato o avuto rapporti con qualche membro della razza umana.

Inoltre non ci sono informazioni credibili per suggerire che le prove siano state nascoste al pubblico". Seguono varie motivazioni che ricalcano perfettamente il titolo della risposta dell'Amministrazione Obama firmata da Phil Larson (White House Office of Science & Technology Policy) e cioè "Searching for ET, But No Evidence Yet" (ovvero "Cerchiamo gli ET, ma non c'è nessuna prova"). 

Il funzionario parla quindi dell'impegno USA nel progetto SETI (seti.org), della missione Kepler verso pianeti della fascia "Goldilocks" (http://is.gd/a1PMpV), del Mars Science Laboratory con il rover Curiosity (mars.jpl.nasa.gov/msl/), ma di alieni, niente. Insomma, come dire, "incontri ravvicinati" di nessun tipo.


(fonte mainfatti.it)

lunedì 7 novembre 2011

Stanton Friedman e le rivelazioni di Stato sugli alieni


“Sono convinto che gli Ufo esistono perché ne ho visto uno”(Presidente Jimmy Carter).“Gli alieni sono là fuori e la Terra è meglio che faccia attenzione a loro” (Stephen Hawking). “Voltatevi, uscite da questo mondo a tre dimensioni ed entrate nell’altro mondo, nella quarta dimensione, dove il basso diventa l’alto e l’alto diventa il basso”(Tommaso Moro). Il nuovo libro “Ufos & Aliens – Exposed, Uncovered, and Declassified – Is there anybody out there?” di Michael Pye a Kirsten Dalley (New Page Books – The Career Press, Usa 2011, pp. 253), prossimo alla catalogazione ufficiale nella Libreria del Congresso degli Stati Uniti d’America, getta nuova luce sul presunto fenomeno fisico alieno sulla Terra, cristallizzando le regole dell’investigazione esobiologica nel XXI Secolo. Per svelare il più grande mistero scientifico dell’umanità e per denunciare i debunkers in servizio permanente effettivo. Le prove esistono? Che cosa sono gli Ufo? Quale dovrebbe essere la risposta umana a un evento così straordinario? Se incontraste una creatura aliena nel giardino di casa o in un bosco, cosa fareste? Perché gli alieni dovrebbero già essere qui sulla Terra e infastidire il sonno di pochi “eletti”? Dove si nascondono? Chi li protegge? I governi sono in grado di fronteggiare un’invasione? Sono finzione o realtà? I video realizzati con le nuovissime videocamere HD e trasmessi da Internet, sono autentici o falsi clamorosi? Grazie al contributo di tredici esperti mondiali di esobiologia (con i relativi curricula), tra cui il fisico nucleare Stanton Friedman, il volume sviluppa ed analizza in maniera critica nuove prove ed evidenze fisiche che sembrano dimostrare, al netto degli scherzi della controinformazione dei “debunkers”, la presenza sulla Terra di ordigni, veicoli ed esseri non necessariamente umani in libera circolazione come i reporter di Discovery Channel. “Abbiamo una conferma angelo. Tango, delta tango, wisky, tango, la procedura zebra è cominciata”(Intrusi, CBS). Chiamateli come volete: extraterrestri, meta-terrestri, ultraterrestri, antichi nativi terrestri, alieni. Gli autori suggeriscono che questi esseri si aggirano tra di noi apparentemente indisturbati per fare ciò che vogliono da chissà quanto tempo. L’opera focalizza l’attenzione del lettore, scienziati compresi, non tanto sugli eventi già noti quanto sugli episodi più importanti ed ignoti al grande pubblico che i documenti declassificati dai governi stanno lentamente svelando. Al centro dell’indagine condotta privatamente dagli esperti della nuova ufologia scientifica (che trova tra i suoi padri fondatori l’astronomo J. Allen Hynek, il celebre psichiatra di Harvard e vincitore del premio Pulitzer, John E. Mack, e il fisico Stanton Friedman) si scoprono avvistamenti e contatti che sembrano incredibili e fin troppo reali. Come la testimonianza offerta a John Mack da 62 bambini (tra i 5 e i 12 anni) di una scuola africana di Ruwa (Zimbabwe), testimoni diretti il 16 settembre 1994, in pieno giorno, di una visita aliena! Come le storie di “cover up” messe in piedi per raccontare altre vicende, altri esperimenti militari, altri test effettuati con cannoni nucleari, per i libri ufficiali di storia. Stanton Friedman mostra quanto siamo vicini al primo viaggio interstellare dell’umanità grazie alla fusione nucleare, ai segreti scientifici e tecnologici finora custoditi gelosamente ma acquisiti da tempo. Il controverso padre della teoria sugli antichi astronauti, Erich von Daniken, studia in Manetho ed Eusebio le tracce lasciate da antiche creature ibride (sfingi) nella cultura mondiale e illustra i risultati tecnologici (clonazione) atti alla loro creazione da parte dell’uomo, magari per l’esplorazione dello spazio. Nich Pope, già membro del Ministero della Difesa britannico, presenta gli ultimi documenti declassificati sugli Ufo, custoditi negli archivi nazionali del Regno Unito, inclusi quelli più interessanti e scottanti relativi al Primo Ministro W. Churchill che pare ne fosse informato. Donald R. Schmitt, co-direttore del centro studi ufologici intitolato all’astronomo J. Allen Hynek, ripercorre l’intricata vicenda storica dell’incidente di Roswell sotto un’altra prospettiva, descrivendo il tentativo governativo di copertura. Thomas J. Carey, veterano della Us Air Force, espone le azioni dei militari messe in atto per intimidire attivamente e passivamente la popolazione americana, testimone diretta degli avvistamenti e dei contatti con la tecnologia aliena, per distrarla dalla verità. Che, cioè, là fuori (non necessariamente solo nello spazio esterno) c’è qualcosa di notevole e di più o meno visibile, che ci osserva, studia ed analizza con il beneplacito dei potenti della Terra. Assolutamente contrari a riconoscere ufficialmente, almeno per ora, il fenomeno fisico in atto. La fantascienza cinematografica e le varie trasmissioni televisive finora andate in onda sul fenomeno (presunte “abductions” comprese), per quanto incredibili possano sembrare, pare siano di aiuto per allontanare i cittadini dalla verità. Michael Pye (BA alla Southern Connecticut State University) è un editore di successo per la New Page Books dal 2003. Affascinato dalla visione della serie “In search of…” interpretata da Leonard Nimoy, ha sviluppato un prolifico interesse per il mistero. Kirstern Dalley, laureata alla Columbia University (BA in letteratura comparata) ha collaborato in varie iniziative editoriali della New Page Books fin dal 2004. I tredici contributi offerti dal volume sono: “A Cosmic Watergate: Ufo Secrecy”, di Stanton Friedman; “The Real X-Files”, di Nick Pope; “Doubt Beyong Reason”, di Gordon Chism; “An Alien Intervention”, di Jim Moroney; “Alien Abduction: Fact or Fiction?”, di Kathleen Marden; “Cosmic Peeping Toms: Ufos and Invisibility”, di Micah Hanks; “The Kingman Affair”, di Nick Redfern; “Roswell in Perspective: The Human Response To An Extraordinary Event”, di Donald R. Schmitt; “Star Travel: How Realistic Is It?”, di Stanton Friedman; “The Ufo Problem: Toward a Theory of Everything”, di John White; “Killing The Roswell Story”, di Thomas J. Carey; “Identity Crisis: When Is a Ufo Not a Ufo?”, di Marie D. Jones e Larry Flaxman; “Hybrids: Memories of the Future”, di Erich von Daniken.


Non tutto è accettabile sul piano logico e razionale, come il voler deliberatamente associare le apparizioni mariane di Fatima e Lourdes a fenomeni di tipo extraterrestre. Dunque, consigliamo il massimo spirito critico come del resto per tutte le altre pubblicazioni a carattere ufologico. Ma la maggior parte delle argomentazioni presentate nel libro Ufos & Aliens sembrano valide perché lasciano aperta la porta del dubbio, della critica e della scoperta. “Siate affamati, siate folli” – affermò Steve Jobs nel suo indirizzo di saluto ai neolaureati della Stanford University al termine di una Lectio magistralis davvero suggestiva. Fu il suo saluto all’umanità intera. Vale anche in queste tematiche. “Technological progress comes from doing things differently in an unpredictable way. Such progress has proven itself to be both speedy and inceasing”, afferma il fisico nucleare Stanton T. Friedman nel libro Ufo & Aliens. Eliminato l’irrilevante dalle tesi più ardite finora prodotte da pseudo-ufologi ed agenti del discredito per spiegare e/o negare il fenomeno ET sulla Terra, ciò che rimane, per quanto possa apparire impossibile, è altamente probabile. È la parola di uno scienziato, Stanton Friedman, che ha smascherato finti fisici nucleari addetti alla retro-ingegneria aliena, finti ufologi, finti testimoni e veri disinformatori in servizio permanente effettivo. In forza di documenti segreti, storici e processuali alla mano, Friendman conosce molto bene i buontemponi dell’ufologia mondiale. I segreti di stato sugli ET, secondo gli autori del libro Ufo & Aliens, non possono reggere dinnanzi al desiderio delle persone di conoscere la verità, fatti salvi gli inderogabili diritti alla sicurezza nazionale di ogni singolo governo. Ma, forse, per aprire gli occhi di tutti su queste realtà celesti così evidenti, occorre un cambiamento radicale nella politica scientifica, informatica, giornalistica e filosofica, per distinguere l’intrattenimento letterario e cinematografico dalla verità. Altrimenti lo shock culturale potrebbe rivelarsi così devastante da neutralizzare la nostra civiltà in poche ore. L’astrofisico britannico Stephen Hawking, autore di bestseller internazionali come “Dal Big Bang ai buchi neri. Breve storia del tempo” e “Il Grande Disegno”, si dice convinto che non solo gli extraterrestri esistano, ma che “l’umanità dovrebbe fare tutto ciò che è in suo potere per evitare qualsiasi contatto con loro”. In tal caso, sarebbe già troppo tardi. Chissà quanto tempo! La vita aliena, secondo Hawking, esiste non solo in alcuni pianeti, ma forse al centro delle stelle o addirittura fluttua nello spazio interplanetario in forme e sostanze che non possiamo lontanamente immaginare. Il nostro Universo, infatti, contiene 100 miliardi di galassie, ciascuna con centinaia di milioni di stelle. In un luogo così affollato di massa e di energia, “è improbabile che la Terra sia l’unico pianeta dove si è evoluta la vita”, sostiene Hawking. Il problema, però, secondo lo scienziato, “è che il contatto con una tale specie potrebbe essere devastante e troppo rischioso per l’umanità. Se mai gli alieni ci dovessero visitare, potrebbero sfruttare la Terra e le sue risorse, con un risultato che sarebbe simile a quando Cristoforo Colombo sbarcò in America” o peggiore.

Se, dunque, gli alieni esistono per Hawking, allora siamo già in un Universo autocosciente. Cioè siamo in presenza non di semplici affermazioni anticonformiste, ma di fatti incontrovertibili. Dunque gli extraterrestri esistono già teoricamente. E non sono tutti virus e batteri. Tuttavia Hawking, intervenendo nel 2008 alla George Washington University per le celebrazioni del cinquantenario della Nasa, cercò di spiegare anche l’altro scenario: il perché il genere umano non sia mai riuscito a entrare in contatto con forme di vita extraterrestri. Tre le possibili spiegazioni: qualunque forma di vita è raramente presente in tutto l’Universo; organismi rudimentali sono abbastanza comuni nello spazio ma le forme di vita intelligenti sono al contrario molto rare; gli esseri viventi, quando dotati di intelligenza, tendono ad autodistruggersi molto velocemente. “Per quanto mi riguarda – disse Hawking – io propendo per la seconda ipotesi: la vita intelligente è un fenomeno molto raro. Tanto che secondo alcuni è un evento che ancora deve manifestarsi persino qui sulla Terra. Se mai vi dovesse capitare di incontrare un alieno, state comunque attenti: potreste essere contagiati da un virus contro il quale non possedete alcun anticorpo”. Quel che accadde ai Nativi Americani quando vennero a contatto con i conquistatori venuti dal Vecchio Mondo. Un paragone che lo stesso Hawking evocò per incoraggiare il genere umano a far presto, a gettarsi alla conquista dello spazio per colonizzare altri pianeti. “La decisione di emigrare nello spazio cambierebbe completamente il futuro della razza umana e da questa scelta potrebbe dipendere anche la sopravvivenza stessa della nostra specie. Chi si oppone alla colonizzazione dei corpi celesti come la Luna e Marte, si comporta come coloro che intralciarono Cristoforo Colombo”. Il fatto è che non siamo una nazione terrestre unita. Ogni stato e ogni governo della Terra, ragiona per la propria sopravvivenza. E questo complica la sfida spaziale e la ricerca della verità sugli alieni. Storie, leggende, tradizioni orali e scritte, tuttavia, non mentono sulla natura del fenomeno e descrivono strani oggetti ed esseri nel cielo, raccontando di visitatori di altri mondi e di profezie che interessano il presente e il futuro del nostro pianeta. Molte culture di tutto il mondo lo attestano. Oggi siamo sette miliardi di persone. Per la prima volta nella storia della Terra. È un caso? È tutta opera dell’uomo? L’arte, l’architettura, le scienze confermano – scrivono gli autori del libro Ufos & Aliens – che siamo di fronte a un complesso intreccio di conoscenze universali tramandate nei secoli, che non possono essere definite fantascienza. Il numero esponenziale di avvistamenti e contatti, anche in società non tecnologiche (come confermano le indagini dello psichiatra John Mack in Africa), dimostra che, al netto dei falsi, degli scherzi e dei depistaggi facilmente smascherabili, c’è molta carne al fuoco per poter indagare il fenomeno scientificamente. Poiché il numero dei casi veri, seppur esiguo, presenta evidenze sconvolgenti e impossibili da ignorare, è giunta l’ora di applicare il “Think different” anche in queste delicate inchieste, per affidarsi alla regola aurea del grande Steve Jobs, padre fondatore della Apple. Gli autori del libro, da parte loro, intendono accendere il fuoco della curiosità per alimentare la fiamma della verità grazie a un’indagine interdisciplinare aperta a tutti i contributi più rilevanti offerti dai maggiori esperti del pianeta, compresa la comunità scientifica internazionale. Un libro per gli scettici che vi possono cercare e trovare molte argomentazioni stimolanti. Insomma, la risposta a lunga cercata alla domanda sulla vera identità degli scienziati che si occupano di ufologia mettendo a repentaglio le loro carriere: chi sono e perché pensano a quello che dicono, scrivono e testimoniano pubblicamente. I ricercatori della scienza ufficiale e i giornalisti investigativi, sono i benvenuti. I debunkers sono avvisati. Al giorno d’oggi, infatti, conta la credibilità professionale acquisita dai testimoni anche grazie a test come il Minnesota Multiphasic Personality Inventory (MMPI). Gli esobiologi del libro ne sono pienamente convinti. La maggior parte degli autori dei tredici contributi di questo volume, sono scienziati dotati di un ottimo curriculum e di grande coraggio. Persone che sfidano, nel nome dell’investigazione scientifica sulla presunta presenza aliena sulla Terra, la censura e il rifiuto dei loro colleghi per arrivare là dove nessun altro è mai giunto prima, almeno nel loro campo d’indagine. Dove la testimonianza diretta delle persone coinvolte nel fenomeno alieno, assume una rilevanza assoluta, giocando un ruolo essenziale accanto alla prova materiale diretta e indiretta dell’evento fisico alieno, acquisita o in via di definizione grazie alla collaborazione delle agenzie e dei governi più volenterosi. L’ufologia non è ancora una scienza ufficiale da premio Nobel, perché finora non ha mai garantito sufficienti criteri scientifici nei suoi protocolli. E così non è mai stata riconosciuta dall’Accademia e dalla comunità scientifica internazionale. A ciò hanno contribuito non pochi debunkers. Ma, grazie a molti ricercatori qualificati, l’investigazione esobiologica si sta affermando in tutte le scienze, facendo passi da gigante e segnando successi fino a poco tempo fa assolutamente impensabili, anche al di là dell’altra regola aurea del “publish or perish”. E, in effetti, molte scoperte scientifiche oggi vengono tranquillamente annunciate su Internet direttamente, bypassando molti canali ufficiali dopo scrupolose analisi. Lo sviluppo delle moderne tecnologie ha contribuito non poco all’introduzione dei canoni galileiani fondati sull’osservazione del fenomeno naturale e non sulla creazione di storie fantastiche. Oggi questo è possibile anche nell’esobiologia. Nelle loro inchieste gli autori del libro fondano le loro argomentazioni e deduzioni su alcuni controversi fatti per provare ciò che la cultura oggi rifiuta di ammettere a cuor leggero al di fuori dei cinema e delle pubblicazioni: la visita in atto degli extraterrestri a tutte le popolazioni della Terra, ieri, oggi e sempre. Per questi ricercatori, privi di tentazioni pubblicitarie, millenariste e settarie, la verità sui “marziani” è una necessità vitale che vince il desiderio di credere. L’ufologia scientifica, infatti, cerca di rispondere ai canoni galileiani. Non è una fede, non è una religione. Anche se, ahinoi, esistono sette ufologiche che esulano dal tema del volume e dall’inchiesta scientifica. Il fatto è che molti governi del mondo hanno ammesso di aver occultato documenti e prove. Le informazioni che stanno trapelando sono considerevoli: il governo britannico ha già divulgato più di ottomila autentici X-Files prima classificati. È il caso di J. Edgar Hoover, la cui memoria del 1950 declassificata di recente dall’FBI, sembra provare l’autenticità dell’Ufo crash presso Roswell. La questione scientifica, tecnologica, economica e di sicurezza nazionale, rimane intatta. E consente di farsi un’idea sulle reali motivazioni che muovono i governi, le agenzie segrete e le grandi industrie, a tenere ben nascosta la verità su tutto il resto. Pare, infatti, che la maggior parte dei documenti più sensibili, non saranno mai declassificati e divulgati. A costo della loro distruzione. Il libro Ufos & Aliens illumina a giorno anche il caso Kingman, meno famoso alle cronache, ma non per questo meno interessante per capire le dinamiche della disinformazione operata dai canali (semi)ufficiali. Quanto basta per farsi un’idea sulla pericolosità dell’argomento Ufo che oggi sembra spaziare più in là, inglobando temi seri come la teoria degli universi paralleli e dei tachioni (compresi i neutrini iperluminari del Gran Sasso) che pare rendano possibile l’apparente impensabile: la costruzione e/o il rilevamento di autentiche vie di comunicazione interstellare grazie ai ponti-pozzi gravitazionali Einstein-Rosen. Se si accettano le premesse del volume, cioè una sana apertura mentale basilare per tutti (non solo per ogni scienziato che si rispetti) in nome della ricerca della verità su questi fenomeni, peraltro già verificabili, si può da scettici e con la massima cautela affrontare la lettura del libro. Che è una sfida lanciata dagli stessi autori alla nostra sete di conoscenza ed, allo stesso tempo, uno stimolo formidabile alla ricerca di prove autentiche dirette che, a quanto pare, ci circondano. È una sfida per pensare al fenomeno naturale in quanto tale, che sia o meno in corso sulla Terra. Senza lasciarsi condizionare dai falsi che sommergono Internet e i media ufficiali, e dalle storie più inverosimili dell’universo, frutto del lavoro dei debunkers per screditare fatti e persone. L’Accademia ha bisogno di prove. È questa la sfida, consapevoli del fatto che la realtà quantistica in cui tutti viviamo è più fantasiosa della fantasia e che occorre lasciarsi aperte tutte le porte per investigare il fenomeno e per conseguire i più grandi successi. Un po’ come accade per la scoperta di nuove comete. L’astronomo non ha bisogno di credere in una cometa per puntare il telescopio o il binocolo nella giusta fetta di cielo e darle la caccia. L’astronomo sa che esistono nello spazio centinaia di migliaia di potenziali oggetti cometari in grado di avvinarsi al Sole. Ha solo bisogno della strumentazione migliore sotto le condizioni migliori di osservazione, sperando di fare centro. Se gli autori del libro hanno ragione, la probabilità di filmare un alieno sulla Terra è incredibilmente maggiore di quella di scoprire un nuovo astro chiomato. Che ci crediate o meno. Perché la luce e la materia, anche quelle invisibili, non possono essere nascoste sotto il moggio. Il primo passo per svelare il mistero ET, è porsi la domanda giusta. Cosa ci si aspetta di osservare? Così come accade per l’invenzione degli esperimenti scientifici sotto il Gran Sasso, bisogna sviluppare il pensiero matematico su ciò che osservo e su cosa mi aspetto di trovare con la strumentazione disponibile. Altrimenti, ne devo inventare un’altra all’uopo. Così ragiona lo scienziato anche in presenza di eventi ignoti, rari e difficilmente riproducibili. Ora, non sappiamo cosa e chi osservare. Questo è il punto. La materia ordinaria terrestre, la possiamo osservare facilmente. Ma nulla ancora sappiamo sulle altre forme complesse (non particellari) di materia del tipo “oscura” perché ignota. Se gli ET fossero composti di materia oscura, saremmo oggi in grado di osservarli? Occorre, quindi, porsi il giusto quesito per inventare la strumentazione più idonea. Parallelamente nessuno ha il diritto di screditare il lavoro degli scienziati per nascondere la verità sulle realtà celesti e per negare la ricerca. Secondo Stanton Friedman, tuttavia, si continua a negare la verità sul fenomeno alieno nonostante il 21,5% di eventi ignoti registrati e così classificati nei rapporti ufficiali Usa, quasi sicuramente attendibili. In nome del solito mantra invocato dalle agenzie per la sicurezza nazionale. Se così fosse, la Questione Aliena assumerebbe le sembianze di un fatto prettamente di natura politica più che scientifica. Nessun governo o complesso militare-industriale potrebbe mai accettare scelte imposte da un solo leader planetario, in aperta violazione della sicurezza e della libertà di ogni nazione. Secondo Friedman, a differenza dei segreti militari ordinari (satelliti nucleari sovietici in rientro nell’atmosfera, lancio di missili per abbatterne alcuni, crisi dei missili di Cuba, rientro di capsule fotografiche da satelliti spia, etc.) più o meno Top Secret e quindi declassificabili, la Questione Ufo-ET merita lo sviluppo di un’inchiesta radicalmente differente. Chissà se le intercettazioni ambientali e telefoniche made in Italy, potrebbero risultare decisive! Negli eventi alieni sconosciuti e ignoti finora classificati si nasconde – secondo Friedman – il più grande segreto dell’umanità. In pratica, anche il modo per viaggiare nell’Universo e per risolvere tutti i problemi dell’umanità. Se i cittadini non hanno ancora capito l’utilità di un Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari dello Spazio Esterno, visto che nel settembre 2010 è stata negata ogni responsabilità su eventuali funzioni di rappresentanza planetaria nel caso di “primo contatto” diplomatico con altre razze aliene; e se le persone di buonsenso non hanno ancora compreso il ruolo dei governi e delle agenzie (para)governative sulla Questione ET, allora i veri giornalisti liberi che ancora oggi sembrano brancolare nel buio quando non operano come veicoli ufficiali di disinformazione, hanno il dovere di dimostrare la volontà di fare davvero luce sull’intera faccenda. Siamo o no in uno scenario di caccia aliena tra il gatto e il topo? Siamo prede o predatori? I segreti tecnologici e militari, certamente non possono essere divulgati a tutti, in un mondo non ancora democratico e civile, diviso da guerre fratricide e da nuove rivoluzioni urbane giovanili potenzialmente devastanti ( i fatti di Roma lo dimostrano). La tecnologia ET nelle mani sbagliate – sempre secondo Friedman – potrebbe condurci all’estinzione improvvisa e immediata. Non è questo che si chiede. Ma la semplice verità sulla presenza o meno degli extraterrestri sulla Terra. Cioè, una dichiarazione ufficiale che avrebbe considerevoli implicazioni economiche, umanitarie, politiche e sociali. Woodward e Bernstein riuscirono laddove altri avevano miseramente fallito. Per smascherare lo scandalo del Watergate Cosmico, occorre la stessa motivazione, lo stesso spirito d’iniziativa, lo stesso entusiasmo e le stesse capacità. “La fiducia è davvero una cosa seria” – afferma il giornalista Ezio Greggio nel telegiornale satirico italiano “Striscia La Notizia”. L’approccio investigativo ed autenticamente indipendente (cioè realmente giornalistico) alla Questione ET, muove da un lavoro serio e meticoloso delle fonti più autorevoli in collaborazione con la comunità scientifica internazionale e gli scienziati di buona volontà disposti a tutto pur di conoscere la verità sul presunto fenomeno fisico alieno in corso sulla Terra. Meglio non fidarsi, quindi, degli “Ufo files” di dubbia provenienza e facilmente accessibili grazie a Internet, alla Tv ed al cinema. Meglio non fidarsi dei nuovi “contattisti” chiunque essi siano. Perché la natura del fenomeno, se effettivamente reale, è molto più complessa di quanto si creda. Mai fidarsi della “corrente a getto” mediatica alimentata ad arte dai debunkers, a volte semplici buontemponi in perfetta buona fede carnascialesca. Il dubbio e la ragione possono aiutare ad aprire la mente a queste presunte nuove realtà, senza lasciarsi travolgere dagli eventi, anche se fossero terribili. In gioco è la nostra stessa sopravvivenza, affermano gli autori del libro. Accogliere la verità nuda e cruda, ci consentirà di adattare le difese per ogni evenienza. Abbiamo sconfitto fascisti, nazisti e comunisti. Compresi tutti i dittatori della storia. Non possiamo, dobbiamo e vogliamo temere nulla dalla verità. Altrimenti il nostro futuro è segnato. Come lo fu quello dei Nativi Americani che non riuscirono ad evitare l’invasione (anche batterica e virale) dell’uomo bianco europeo. La mente aperta ci consentirà di sopravvivere. Ma è difficile coltivare al giorno d’oggi un ottimismo di maniera su questi temi. Non sappiamo ancora con chi abbiamo o avremo a che fare! Pensate, come fecero i nativi delle isole Hawaii alla visione della nave del capitano Cook quasi tre secoli fa, oggi c’è chi esulta alla visione (anche da “rapiti”) degli extraterrestri e dei loro sorprendenti mezzi. Vi lascio immaginare il perché. Il più colossale crimine infatti, sarebbe quello di negare l’evidenza della realtà ai vari livelli di conoscenza e di esistenza, per l’interesse di pochi. Magari per la pubblicazione di un libro. Solo la memoria dei nostri fatti storici potrà salvarci da un’eventuale invasione ET. Occhi aperti, dunque, e coraggio. La morale della favola è sempre la stessa. Come fece Galileo Galilei con gli uomini del suo tempo, la nuova visione del Cosmo non può che essere accettata. Mai imposta e negata. Se le affermazioni contenute nel libro Ufos & Aliens sono vere, la nuova visione dell’Universo che ne esce fuori, è talmente diversa da tutto quello che ufficialmente abbiamo appreso, studiato e compreso, che la nostra stessa percezione della realtà fisica ne potrebbe risultare profondamente sconvolta se non rivoluzionata. Dunque, prudenza. La natura fisica dell’Universo è davvero complessa. Lo sappiamo. La scienza lo ha già capito. Un po’ meno i duri di comprendonio. Dunque, c’è spazio anche per la Questione Aliena sulla Terra, senza troppi complimenti. Certamente non siamo soli nell’Universo. Perché siamo cittadini del cielo, non più di nazioni in guerra permanente sulla Terra. Un pianeta azzurro d’acqua che nell’immensità buia dello spazio non può passare inosservato tanto facilmente. Questo suggerisce la sola logica. Se la nostra Galassia, ma anche le stelle più vicine al nostro Sole (oltre duemila nel raggio di 50 anni luce), ospita una comunità di esseri viventi, magari tutti diversi tra loro nei vari livelli di civiltà, chi siamo noi per negarlo? Il significato autentico della vita è proprio questo: la multiforme sapienza di DIO nel Creato che ama conoscere se stesso. Questa è la nostra responsabilità per le generazioni future: salvaguardare la vita che si rinnova qui sulla Terra. Non le favole fantascientifiche. C’è poi il messaggio cristiano che la Chiesa Cattolica è chiamata ad annunciare nel nostro mondo, non altrove, come dice Gesù nei Vangeli. A pagina 235 di un altro libro, “Così parlò Padre Pio” (edizione curata da Don Nello Castello, IMPRIMATUR Vicenza, 14/6/74 † C. Fanton, Vescovo Ausiliare) alla domanda: “Padre, dicono che negli altri pianeti ci sono altre creature di Dio!”, padre Pio rispose: “E che vorresti che non ci fossero, che l’Onnipotenza di Dio si limitasse al piccolo pianeta Terra? E che, vorresti che non ci fossero altre creature che amano il Signore?”. Alla seconda affermazione dell’autore: “Ho pensato che la Terra è un niente, di fronte agli astri e tutti gli altri pianeti”, padre Pio disse: “Eh! sì, e noi usciti dalla Terra siamo nulla. Il Signore non avrà certo ristretto la sua gloria a questo piccolo pianeta. In altri ci saranno degli esseri che non avranno peccato come noi”. Ma se scienziati come Stanton Friedman e Kathleen Marden hanno ragione, siamo di fronte a uno scenario di invasione aliena mitigata.

(fonte: improntalaquila.org)