sabato 27 agosto 2011

Piccola pausa estiva, si torna a Settembre


Universo Ignoto si prende una piccola pausa estiva per tornare a Settembre con le ultimissime news sul mondo del mistero! In questi giorni di vacanza avremo anche l'occasione di recarci a Torriana per visitare il castello di Montebello, luogo ricchissimo di misteri e meta di numerosi studiosi del paranoromale, balzato alle cronache per la leggenda del fantasma di Azzurrina.

Non mancherà un resoconto dettagliato per il blog appena faremo ritorno!

Un caro saluto a tutti i nostri lettori, a presto!


Uragano Irene, rischio tsunami a New York


Come nostro solito quando siamo di fronte a notizie di grande rilevanza esuliamo da quelli che sono i temi principali del nostro blog, in questo caso però è anche cosa doverosa visto che ci troviamo di fronte come ha asserito lo stesso presidente degli stati uniti ad una possibile catastrofe di livello storico.
Lo scenario peggiore immaginabile ci riporta alla mente pellicole come The Day After Tomorrow, Deep Impact e Armageddon, e in questo caso non c'è nulla di scenografico ma è tutto reale.

Nonostante la scienza,com'è giusto che sia, attribruisca all'evento delle cause naturali c'è chi tira in ballo addirittura il progetto HAARP (di cui ne abbiamo parlato in un altro articolo) collegandolo anche al terremoto di qualche giorno addietro che ha tanto spaventato i cittadini di New York , per ora non esistono approfondimenti sufficienti per un articolo completo ma appena sarà possibile scriveremo un post dedicato con tutti gli approfondimenti a riguardo.

Per ora descriviamo i fatti.

L’Uragano Irene rischia di devastare la costa orientale degli Stati Uniti.

Il sindaco Michael Bloomberg ha ordinato l’evacuazione di quasi 300 mila persone, quelle dell’area più a rischio, lungo la costa, dal sud di Manhattan a Staten Island, da Coney Island alle aree di Brooklyn e Queens che affacciano sull’East River e sull’Hudson. E’ la prima volta che a New York si verifica una cosa del genere, con l’evacuazione parziale della città.

L’allarme è massimo non solo per piogge torrenziali e forti venti, ma anche e soprattutto per le mareggiate. Gli esperti statunitensi parlano addirittura di “tsunami”, con onde alte fino a oltre dieci metri

Le dimensioni di Irene sono impressionanti: immagini e dati rilevati dai satelliti e resi pubblici dalla Nasa indicano che ha un diametro pari a un terzo della costa Atlantica degli Stati Uniti..


Secondo gli esperti americani, l’inondazione di molte zone è praticamente certa. Gli studiosi del National Hurrican Center hanno spiegato che l’acqua potrebbe sommergere tutto a New York lungo la costa meridionale della metropoli, dal distretti finanziario di Downtown all’aeroporto JFK, dal tunnel sotto il fiume che unisce Brooklyn a Manhattan alla metropolitana. Il tutto con conseguenze che – sempre gli esperti – non esitano a definire ”potenzialmente devastanti”

L’intera rete della metro – ogni giorno frequentata da milioni di persone – verrà chiusa domani a mezzogiorno. A memoria d’uomo non si ricordano precedenti del genere, tanto che i responsabili non assicurano una ripresa della circolazione nemmeno per lunedì mattina.
Si va verso la chiusura anche di tutti i ponti che collegano l’isola di Manhattan alla terraferma (da quello di Brooklyn a quello di Verrazzano). Già sono state messe in sicurezza le altissime gru di Ground Zero e gli alberi del memoriale per le vittime dell’11 settembre. Insomma, quella che si profila è una vera e propria paralisi.

Gli ospedali e la case di riposo situati nella ‘zona rossa’ sono stati gia’ evacuati. Prevista anche una paralisi del traffico aereo: i tre principali aeroporti – JFK, La Guardia e Newark – verranno quasi certamente fermati, e gia’ centinaia di voli nazionali e internazionali sono stati cancellati. L’invito rivolto alla gente e’ quello di rimanere a casa. Le ultime ore sono state caratterizzate da una corsa all’accaparramento nei negozi e nei market, dove la gente si e’ riversata per fare scorte alimentari. Negli scaffali e’ oramai impossibile trovare torce elettriche. Tutti i parchi – a partire dal Central Park – saranno chiusi. E viene persino raccomandato di evitare i giardini di casa. Oltre 300 eventi – sportivi o culturali – sono stati annullati. E sono state sospese anche le scommesse ai casino’ di Atlantic City, capitale del gioco della East Coast. La tensione e’ alle stelle. Le parole di Obama hanno convinto anche i piu’ scettici che Irene non va sottovalutata.
Anche se qualcuno a New York spera ancora che non si stia andando verso un weekend da incubo..

fonte ( meteoweb.eu)


lunedì 22 agosto 2011

E' morto Budd Hopkins


Una di quelle notizie che nessun appassionato di ufologia vorrebbe mai sentire, Budd Hopkins si è spento ieri 21 Agosto 2011 alle 13.35, era malato di cancro e polmonite.

Budd Hopkins insieme a John Mack (psichiatra e professore della Harward), morto anch'esso anni fa investito da un auto, hanno rappresentato il punto di riferimento per i piu importanti studiosi al mondo di alien abductions (rapimenti alieni).

Li vediamo insieme in questa foto:
 

Hopkins. descritto da tutti come una persona generosa, intelligente e umana, è nato a Wheeling (Virginia Occidentale) il  15 giugno 1931; era un pittore e scultore.

Si è diplomato nel 1953 nella sua città natale all'Oberlin College, quindi si è trasferito a New York dove ha trascorso il resto della sua vita. Era un un artista di grande fama. Le sue opere d'arte si trovano nelle collezioni permanenti di Whitney Museum, Guggenheim Museum, Hirshhorn Museum e Museum of Modern Art; per la sua attività artistica ha ricevuto sovvenzioni dalla Guggenheim Foundation e dal National Endowment for the Arts. I suoi articoli sull'arte sono stati pubblicati in riviste e giornali importanti. Per molti anni ha tenuto lezioni in molte scuole d'arte, tra cui il Truro Center for the Arts a Castle Hill.

Il suo interesse ufologico nasce Nel 1964 quando insieme ad altre due persone vide un UFO alla luce del giorno per parecchi minuti. Affascinato dalla cosa, iniziò ad interessarsi dell'argomento leggendo libri e articoli ed è entrò a far parte del NICAP, un'organizzazione ora non più esistente che si occupava di ricerche sugli UFO.

Nel 1975, Hopkins studiò insieme a Ted Bloecher il rapporto di un avvistamento UFO con molti testimoni, avvenuto nel New Jersey e chiamato "avvistamento di North Hudson Park". Nel 1976 Hopkins scrisse il resoconto dell'investigazione, che fu pubblicato su Village Voice.
Hopkins cominciò a ricevere regolarmente lettere da testimoni di avvistamenti di UFO, che in pochi casi includevano quello che fu in seguito definito "tempo mancante" (missing time), ovvero inesplicabili vuoti di memoria a seguito di un incontro ravvicinato con un UFO.
Insieme a Bloechee ed alla psicologa Aphrodite Clamar, Hopkins cominciò ad investigare su queste esperienze e arrivò alla conclusione che questi casi erano dovuti a rapimenti alieni.
Alla fine degli anni ottanta, Hopkins era già divenuto uno dei più noti studiosi di ufologia, ottenendo un livello di attenzione che non aveva quasi precedenti in questo campo. Nel 1989 costituituì l'Intruders Foundation, un'organizzazione senza scopo di lucro per pubblicizzare le sue ricerche e fornire supporto alle persone vittime di rapimenti alieni.
Le persone convinte di avere subito rapimenti alieni furono sottoposte ad ipnosi regressiva. Durante i primi sette anni delle sue ricerche sul fenomeno dei rapimenti alieni, Hopkins non condusse personalmente sessioni di ipnosi, ma si assicurò l'aiuto di professionisti laureati.
Hopkins ha scritto molti libri popolari sui rapimenti alieni, tra cui "Missing Time". Nel 1992 il film Intruders fu basato sulle ricerche di Hopking e rappresentò scene di rapimenti alieni.


Nel 1996 ha pubblicato il libro "Witnessed", in cui ha descritto un classico caso di rapimento alieno avvenuto nel 1989 a New York vicino il Ponte di Brooklin.

Vi lasciamo ad un video di Budd Hopkins ricordandolo ancora come uno dei grandi pionieri dell'ufologia a cui tutti i studiosi del settore devono veramente molto

Il video è in inglese, purtroppo non esistono video in italiano.


Ritorna in vita il progetto SETI


L'UMANITÀ torna a sbirciare dal buco della serratura più grande dell'universo, chiuso quattro mesi fa a causa della crisi economica. Il programma Seti (Search for Extra-Terrestrial Intelligence) gestito dall'università di Berkeley ha raccolto fondi da quasi duemila donatori per riaprire l'Allen Telescope Array in California, il maggiore punto di osservazione del pianeta dedicato a raccogliere i segnali radio in arrivo dallo spazio profondo alla ricerca di vita aliena, chiuso lo scorso aprile.

Il progetto. L'iniziativa era nata nel 2001 dal cofondatore di Microsoft Paul Allen che, oltre a dare il nome all'impianto, aveva garantito quasi 12 milioni di euro per finanziare il progetto. Una complessa rete di 350 antenne, senza eguali in tutto il mondo, impegnate 24 ore su 24 a scandagliare il cosmo alla ricerca di segnali audio provenienti dall'universo. Soldi, evidentemente, a fondo perduto. Perché il radiotelescopio, dal 2007, anno in cui è entrato in servizio, ha registrato solo un lungo, interminabile silenzio.

Uno sforzo divenuto, a dieci anni dall'avvio del progetto, non più sostenibile. Troppi quei 3 milioni di euro necessari a tenere in vita la struttura, in tempi in cui anche i programmi governativi subiscono pesanti riduzioni di risorse, come dimostra il recente pensionamento dello Shuttle 1. Quindi, ad aprile, l'ammissione: "E' frustrante sapere che che ci sono mondi nell'universo che potrebbero ospitare forme di vita e noi non possiamo cercarli", aveva detto riferendosi all'esurimento delle risorse a disposizione.

Oltre duemila donazioni. Ci ha pensato quindi una cordata di finanziatori privati a riportare in vita il progetto. Tra questi lo scrittore di fantascienza Larry Niven, l'astronauta Bill Anders e l'attrice Jodie Foster, che nel 1997 aveva interpretato proprio una scienziata del programma Seti alle prese con un misterioso segnale proveniente dallo spazio nel film 'Contact'.

"L'Allen Telescope - ha detto il premio Oscar motivando la sua donazione - potrebbe trasformare la fantascienza in scienza, ma solo se verrà mantenuto in attività".

A 45 giorni dall'avvio della raccolta fondi, sono stati raccolti quasi 200mila dollari, frutto di quasi duemila donazioni private, sufficienti per far ripartire il progetto e tenerlo attivo almeno fino a fine anno e garantirsi quindi altri cinque mesi di tempo per cercare nuovi benefattori.

L'esplorazione casalinga. Intanto, l'università di Berkeley ha anche messo a punto - già dal 1999 - un programma per continuare la ricerca riuscendo anche a contenere i costi. Il progetto, Seti@home 2, consiste nel mettere in rete i computer di utenti 'volontari' per elaborare i dati di osservazione del radiotelescopio di Arecibo, la più grande antenna del mondo, incastonato nel cuore della foresta tropicale dell'isola di Portorico.

Così, sfruttando la capacità di calcolo di centinaia di migliaia di pc sparsi in tutto il mondo, anche senza investimenti milionari, l'ascolto dell'universo può proseguire. Sempre ammesso che qualcuno abbia qualcosa da dire. 
 
(fonte repubblica.it)

mercoledì 10 agosto 2011

Ufo nel Mar Baltico?



Per ora è solo un oggetto sommerso non identificato. Ma la sua forma circolare adagiata sul fondo del Mar Baltico ha suscitato grande agitazione ed interesse tra chi è convinto dell’esistenza degli Ufo, secondo i quali si tratta di un disco volante precipitato in mare. Come è stato scoperto? Durante una missione per la ricerca di relitti di navi nelle acque tra la Finlandia e la Svezia, una squadra svedese di salvataggi marini della Ocean Explorer ha riferito di aver scoperto quella che hanno definito ”una anomalia molto strana”, l’oggetto, appunto, con un diametro di 18 metri ad una profondità di quasi cento metri sotto il livello del mare.
”In questo nostro lavoro si vedono mole cose strane, ma in 18 anni di esplorazioni professionali non ho mai visto nulla di simile. L’oggetto ha una forma  completamente tonda’, ha dichiarato il capo dell’Ocean Explorer, Peter Lindberg. L’oggetto – che secondo il sito tecnologico Gizmodo somiglia all’astronave di Han Solo (Harrison Ford) nella serie cinematografica di Star Wars – è inclinato da una parte e sembra essere scivolato ful fondo marino per quasi 300 metri.
Non avendo alcuna certezza che si tratta di un oggetto extraterrestre, l’Ocean Explorer ha fatto sapere che non avrebbe condotto altre ricerche. ”I costi per ogni ora trascorsa in mare sono tremendi e per quanto riguarda questa cosa sommersa non ci aspettiamo alcun profitto”, ha detto Lindberg, la cui compagnia è famosa per i ritrovamenti di ”oro liquido”, bottiglie di vino, champagne e liquori recuperati da navi affondate, che possono essere vendute con grande profitto.
Ma l’attenzione dedicata dai media internazionali al misterioso oggetto, e le migliaia di e-mail inviate all’Ocean Explorer dagli appassionati di Ufo hanno indotto Lindberg a campiare idea. Utilizzando donazioni monetarie provenienti da tutto il mondo, l’Ocean Explorer riprenderà le ricerche, questa volta utilizzando un mini-sottomarino ed attrezzature molto sofisticate nel tentativo di scoprire cos’è esattamento il misterioso oggetto e da dove viene. Se effettivamente fosse un’astronave aliena sarebbe la scoperta del secolo




(fonte:blitzquotidiano.it)

lunedì 1 agosto 2011

Siamo soli nell'universo? L'ipotesi di Elio Sindoni



Questa volta vi prensetiamo un'intervista Elio Sindoni, professore ordinario di fisica generale presso l'Università degli Studi di Milano-Bicocca, scettico sull'esistenza di intelligenze extraterrestri.
 

Siamo soli nell’Universo? Pigiati qui sulla Terra, abituati alla promiscuità di quasi 7 miliardi di individui (e potremmo salire a 9 già entro il prossimo mezzo secolo), la nostra solitudine nel cosmo ci pesa e ci tormenta. Un fisico dell’Università Bicocca, Elio Sindoni, ha trasformato questa domanda nel titolo di un saggio, tanto agile nella forma quanto ricco di informazioni. E Gabriele Beccaria della Stampa lo ha intervistato:
Professore, partiamo dalla fine: qual è la sua risposta?
«E’ sì, siamo soli».
La pensano così tutti gli scienziati?
«Tutti no, ma questa è la risposta scientifica più condivisa. E così pensava Enrico Fermi, quando formulava il paradosso sulle presunte civiltà aliene: “Dove sono tutte quante?”».
Soli sulla base di quali evidenze?
«Delle condizioni particolari della Terra e del fatto che non abbiamo ancora trovato nienteal di fuori del nostro pianeta, come dimostra il Programma Seti per l’ascolto di segnali extraterrestri ».
Ma non crede che si sia cercato troppo poco?
«Sicuramente si dovrà cercare ancora. L’astrofisico americano Frank Drake, autore della famosa “equazione” sul numero di possibili civiltà extraterrestri in grado di comunicare con noi, sostiene che si dovrebbe realizzare un radiotelescopico sulla parte nascosta della Luna, un punto “pulito” del Sistema solare, libero da tutte le radiazioni elettromagnetiche terrestri».
L’esobiologia è comunque una scienza in forte ascesa, giusto?
«Infatti. Il motivo è che bisogna distinguere tra due ipotesi: che ci siano altri esseri intelligenti e che, date specifiche condizioni, dall’acqua al carbonio per esempio, sia sbocciata qualche altra forma di vita da qualche altra parte nell’Universo. Questa seconda possibilità – lo sappiamo – è abbastanza probabile».
E perché la prima no?
«Il problema è rappresentato dall’insieme di eventi che ci ha portato da una forma probiotica fino all’homo sapiens. Sono successe vicende incredibili ed è stato necessario un pianeta come la Terra».
Per esempio?
«Ci sono state almeno sette estinzioni di massa, nel corso di milioni di anni, in cui la vita si è rannicchiata in pochi angoli e poi è di nuovo esplosa, ricominciando il suo cammino. E’ una sequenza statisticamente molto improbabile».
Eppure l’Universo è abbastanza vasto per ospitare altre Terre e altri habitat favorevoli: ora si stanno scoprendo centinaia di esopianeti. «
Sì, ma questo non significa che si arrivi automaticamente a manifestazioni di intelligenza paragonabili alla nostra».
E se qualche essere cosciente, comunque, ci fosse, resta il problema di distanze invalicabili: è così?
«In effetti, anche se ci fossero questi esseri, o se ci saranno in futuro, il dialogo diventerebbe molto difficile. A noi basterebbe trovare un segnale: sarebbe la più grande notizia di tutti i tempi».
Oggi i mostri alla «Alien» e gli Ufo sono in ribasso, al contrario dei microrganismi extraterrestri: se ne parla sempre di più e si discute se li abbiamo già trovati, come fossili, su Marte.
«Questi studi marziani sono controversi, ma non è escluso che esistano batteri extraterrestri anche nel nostro Sistema solare: mentre si continua a discutere se su alcuni meteoriti caduti in passato sulla Terra ci siano tracce di microrganismi provenienti dallo spazio, uno dei progetti più affascinanti è quello di inviare una sonda su Europa, una delle lune di Giove, e scavare nel suo strato di ghiaccio alla ricerca di vita».

(fonte (http://www.giornalettismo.com/)