lunedì 1 agosto 2011

Siamo soli nell'universo? L'ipotesi di Elio Sindoni



Questa volta vi prensetiamo un'intervista Elio Sindoni, professore ordinario di fisica generale presso l'Università degli Studi di Milano-Bicocca, scettico sull'esistenza di intelligenze extraterrestri.
 

Siamo soli nell’Universo? Pigiati qui sulla Terra, abituati alla promiscuità di quasi 7 miliardi di individui (e potremmo salire a 9 già entro il prossimo mezzo secolo), la nostra solitudine nel cosmo ci pesa e ci tormenta. Un fisico dell’Università Bicocca, Elio Sindoni, ha trasformato questa domanda nel titolo di un saggio, tanto agile nella forma quanto ricco di informazioni. E Gabriele Beccaria della Stampa lo ha intervistato:
Professore, partiamo dalla fine: qual è la sua risposta?
«E’ sì, siamo soli».
La pensano così tutti gli scienziati?
«Tutti no, ma questa è la risposta scientifica più condivisa. E così pensava Enrico Fermi, quando formulava il paradosso sulle presunte civiltà aliene: “Dove sono tutte quante?”».
Soli sulla base di quali evidenze?
«Delle condizioni particolari della Terra e del fatto che non abbiamo ancora trovato nienteal di fuori del nostro pianeta, come dimostra il Programma Seti per l’ascolto di segnali extraterrestri ».
Ma non crede che si sia cercato troppo poco?
«Sicuramente si dovrà cercare ancora. L’astrofisico americano Frank Drake, autore della famosa “equazione” sul numero di possibili civiltà extraterrestri in grado di comunicare con noi, sostiene che si dovrebbe realizzare un radiotelescopico sulla parte nascosta della Luna, un punto “pulito” del Sistema solare, libero da tutte le radiazioni elettromagnetiche terrestri».
L’esobiologia è comunque una scienza in forte ascesa, giusto?
«Infatti. Il motivo è che bisogna distinguere tra due ipotesi: che ci siano altri esseri intelligenti e che, date specifiche condizioni, dall’acqua al carbonio per esempio, sia sbocciata qualche altra forma di vita da qualche altra parte nell’Universo. Questa seconda possibilità – lo sappiamo – è abbastanza probabile».
E perché la prima no?
«Il problema è rappresentato dall’insieme di eventi che ci ha portato da una forma probiotica fino all’homo sapiens. Sono successe vicende incredibili ed è stato necessario un pianeta come la Terra».
Per esempio?
«Ci sono state almeno sette estinzioni di massa, nel corso di milioni di anni, in cui la vita si è rannicchiata in pochi angoli e poi è di nuovo esplosa, ricominciando il suo cammino. E’ una sequenza statisticamente molto improbabile».
Eppure l’Universo è abbastanza vasto per ospitare altre Terre e altri habitat favorevoli: ora si stanno scoprendo centinaia di esopianeti. «
Sì, ma questo non significa che si arrivi automaticamente a manifestazioni di intelligenza paragonabili alla nostra».
E se qualche essere cosciente, comunque, ci fosse, resta il problema di distanze invalicabili: è così?
«In effetti, anche se ci fossero questi esseri, o se ci saranno in futuro, il dialogo diventerebbe molto difficile. A noi basterebbe trovare un segnale: sarebbe la più grande notizia di tutti i tempi».
Oggi i mostri alla «Alien» e gli Ufo sono in ribasso, al contrario dei microrganismi extraterrestri: se ne parla sempre di più e si discute se li abbiamo già trovati, come fossili, su Marte.
«Questi studi marziani sono controversi, ma non è escluso che esistano batteri extraterrestri anche nel nostro Sistema solare: mentre si continua a discutere se su alcuni meteoriti caduti in passato sulla Terra ci siano tracce di microrganismi provenienti dallo spazio, uno dei progetti più affascinanti è quello di inviare una sonda su Europa, una delle lune di Giove, e scavare nel suo strato di ghiaccio alla ricerca di vita».

(fonte (http://www.giornalettismo.com/)

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