Oggi trattiamo uno degli avvistamenti UFO più clamorosi della casistica italiana.
Il 27 ottobre 1954 intorno alle 14.20 i cieli
 di Firenze sono percorsi da numerosi oggetti volanti di colore bianco e
 forma “ad ali di gabbiano” (secondo altri testimoni, a forma di 
“cappello da mandarino cinese”). Dopo il passaggio degli oggetti scende 
dall’alto, come una nevicata, una specie di bambagia vetrosa i cui 
fiocchi si sciolgono non appena toccano il suolo. Nello stadio della 
città si sta giocando Fiorentina-Pistoiese. I tifosi delle due squadre, 
stupefatti, alzano gli occhi al cielo e indicano le evoluzioni di due 
misteriosi globi volanti. La partita viene interrotta; anche Ferruccio 
Valcareggi, allenatore della Fiorentina e futuro tecnico della Nazionale
 italiana, osserva la scena attonito.
Uno studente universitario,
 Alfredo Jacopozzi, chiama la redazione de “La Nazione”, i cui 
giornalisti osservano direttamente una sfera fermarsi sopra alla cupola 
di Santa Maria del Fiore e quindi ripartire a grande velocità. Il 
giovane Jacopozzi recupera, riponendolo in una provetta, un filamento 
della sostanza caduta dal cielo. Analizzato presso l’Istituto di Chimica
 Analitica dell’Università di Firenze, diretto dal professor Giovanni 
Canneri, risulterà composto in prevalenza da boro, silicio, calcio e 
magnesio.
Il fenomeno si ripeterà nei giorni successivi in diverse 
città, soprattutto dell’Italia centrale, da Roma a Perugia, da 
Civitavecchia a Lucca. E in tutti questi casi l’apparizione di oggetti 
volanti è seguita dalla discesa di filamenti vetrosi sui quali vengono 
fatte diverse congetture sia da esperti che da comuni cittadini.
Un
 impiegato dell’aeroporto di Peretola telefona a “La Nazione” per 
raccontare la propria teoria. Secondo lui si tratterebbe di ragnatele. 
Talvolta il vento le raccoglie e ne fa una grossa palla. Poi qualche 
corrente ascensionale le porta in alto dove colpite dalla luce solare 
divengono luminosissime. Possono anche sembrare globi di fuoco. E 
proprio in quei giorni il tempo è stato molto perturbato, tanto che nel 
Sud, in particolare nel Salernitano, c’è stato un nubifragio di tragiche
 proporzioni con centinaia di morti e feriti e più di mille senza tetto.
 Ci si domanda altresì se la misteriosa bambagia di vetro possa essere 
stata persa nell’aria da qualche aereo. Il professor Piccardi 
dell’istituto di chimica e fisica dell’Università di Firenze, 
interrogato sull’argomento, dichiara di essere propenso ad escludere che
 la sostanza vetrosa sia stata lasciata cadere da un aereo, mentre 
avanza l’ipotesi che qualche raffica di vento l’abbia rapita in una 
fabbrica.
Ma un tecnico della lavorazione del vetro esclude che tale 
materiale possa essere sfuggito dalle vetrerie della Toscana. In quegli 
anni in Toscana c’è peraltro una sola vetreria che produce la lana di 
vetro, la vetreria Balzaretti e Modigliani di Livorno, ma il tecnico 
dello stabilimento, ing. Francesco Centoro, dichiara che i frammenti di 
vetro sottoposti all’analisi del Prof. Canneri sono troppo piccoli per 
poterne capire la natura, se cioè si tratti di materiale lavorato o 
formatosi naturalmente.
Un pilota ed esperto di aerei, Vasco Magrini,
 afferma che se un aereo perde lana di vetro significa che sta 
sfasciandosi, almeno che l’equipaggio non si sia disfatto delle lana di 
vetro usata come isolante termico, anche se sarebbe vietato lanciare 
qualsiasi cosa da bordo di un aeroplano. Sembra tuttavia che in 
concomitanza di alcune delle apparizioni si sia sentito proprio il 
motore di un aereo.
Altre ipotesi avanzate vanno dal vulcano che 
avrebbe prodotto i filamenti vetrosi mentre il vento si sarebbe 
incaricato di portarli in alto, all’esplosione atomica (in quegli anni 
si fanno esperimenti nell’atmosfera, ma fortunatamente i filamenti non 
risultano radioattivi), al vetro fuso da una scarica di fulmini, al 
vetro fuso appartenente ad un meteorite di passaggio, alla lana di vetro
 utilizzata da aerei sperimentali in funzione antiradar, ai residui di 
combustione di un nuovo carburante per motori. Si chiamano in causa 
persino vapori sparsi dai soffioni di Larderello ricchi di sali di boro e
 silicio. E circa i globi luminosi si ricorda anche che nel mese di 
ottobre si possono facilmente osservare piogge meteoriche che talvolta 
danno luogo a spettacoli grandiosi. Tuttavia sembrerebbe un po’ strana 
la visione di meteoriti in pieno giorno.
Secondo il Prof. Guglielmo 
Righini dell’osservatorio di Arcetri non ci sarebbe stato comunque alcun
 disco ma un fenomeno di ottica atmosferica. Data l’ora e la posizione 
del sole la bambagia avrebbe dato origine a fenomeni di riflessione 
scambiati per palloni o dischi volanti. Resterebbero da spiegare 
l’origine del materiale vetroso e i fenomeni notturni che non sarebbero 
mancati a Firenze e in tutta la Toscana. In particolare un disco 
luminoso sarebbe stato visto appunto di notte da un medico fiorentino 
che stava tornando da una visita: era insieme ad un amico ed il disco 
sarebbe stato visto da entrambi.
In una lettera inviata a “La 
Nazione” un certo prof. Malvezzi riporta un ricordo personale risalente 
al 1942, e quindi in periodo non sospetto, quando ancora nessuno parlava
 di dischi volanti (anche se sembra che qualche episodio fosse già stato
 registrato e proprio in Italia, ma non era mai divenuto di dominio 
pubblico), quando avrebbe visto una grande palla verde e poi un oggetto a
 forma di sigaro, concludendo che le apparizioni saltuarie e isolate di 
luci cui anche lui aveva assistito nel passato non erano neanche 
lontanamente comparabili alle “piogge di meteore” che pure aveva avuto 
modo di osservare sul lago di Como nell’ottobre del 1933.
Il quotidiano riporta anche notizie di fenomeni analoghi registrati all’estero.
In
 Svizzera sarebbe stato visto sgretolarsi un disco volante. Alcuni 
frammenti del disco, filamenti argentei, sarebbero stati raccolti dalla 
locale gendarmeria per le analisi. La notizia appare su un giornale di 
Losanna del 23 ottobre.
Un oggetto splendente di forma rotonda sarebbe stato visto da un gruppo di vigili del fuoco all’Asmara.
Un
 “sigaro volante” sarebbe atterrato sul territorio di un’azienda 
agricola italiana nei pressi di Tripoli. Il titolare, avvicinatosi 
all’apparecchio avrebbe scorto all’interno sei uomini indossanti tute 
color giallastro riuscendo a vedere il volto di uno di essi, 
dall’aspetto assolutamente umano, ma sarebbe stato colpito da una 
violenta scarica elettrica. Dopo circa venti minuti l’apparecchio si 
sarebbe sollevato e si sarebbe allontanato a velocità vertiginosa.In Francia un contadino avrebbe visto addirittura un “marziano” con delle lampade di color verde chiaro sulla testa.
Infine
 radio Budapest, captata il 28 ottobre a Vienna, annunciava che secondo 
l’osservatorio astronomico di Budapest il “preteso disco volante” che 
avrebbe attraversato in quei giorni il cielo d’Ungheria sarebbe stato in
 realtà un grosso meteorite precipitato in territorio ungherese. La 
radio chiedeva alla popolazione di “non credere alle notizie 
sensazionali e alle favole pubblicate dagli imperialisti sui dischi 
volanti”!Infine a Tradate, nei pressi di Milano, sarebbe atterrato 
un disco volante e sarebbero stati visti in giro anche un paio di 
“marziani”, ma la clamorosa notizia si rivelerà una burla organizzata da
 un gruppo di studenti.
Su “La Nazione” se ne continua a parlare fino
 al 30 ottobre con riferimenti anche ad altri episodi vicini e lontani e
 divagazioni sul tema. Viene persino ricordato il famoso episodio che 
ebbe per protagonista Orson Welles. La sera del 31 ottobre 1938, alle 
otto, Orson Welles e il piccolo gruppo di attori che formavano il 
“Mercury Theater” si presentarono davanti ai microfoni dello studio di 
New York della Columbia Broadcasting e misero in scena un racconto di 
H.G.Wells dal titolo “La guerra interplanetaria” . La trasmissione 
risultò talmente realistica e drammatica che molti credettero veramente 
all’invasione da parte dei marziani (si pensava ancora che il pianeta 
potesse essere abitato) tanto che ci furono scene di panico e qualcuno 
addirittura si suicidò.
Ritornando all’episodio di Firenze, che 
presumo non aver mai avuto una spiegazione definitiva, è certo che fu 
osservato da centinaia di perone in pieno giorno.
E il fenomeno della
 caduta dei filamenti di vetro, quasi una nevicata, è stato osservato 
altre volte, anche in epoche storiche lontane, e addirittura sembra 
essere stato rappresentato da Masolino da Panicale (1383-1447) nel 
dipinto “Il miracolo della neve”.
“Il Miracolo della Neve” venne 
dipinto da Tommaso di Cristoforo Fini, detto Masolino da Panicale su 
ordine del papa Martino V Colonna per la chiesa di Santa Maria Maggiore 
di Roma intorno al 1428.
” … abbiamo la rappresentazione visuale di 
uno stranissimo evento implicante Papa Liborio (352-366 A.D.). Secondo 
tale tradizione storica, in un sogno il Papa ebbe dagli Angeli l’ordine 
di costruire a Roma una nuova chiesa nel luogo esatto dove una nevicata 
miracolosa si sarebbe manifestata. Il giorno dopo, una strana sostanza 
simile a neve cadde dal cielo contro qualsiasi previsione meteorologica,
 in una calda giornata d’agosto. Il fenomeno fu limitato alla sola zona 
di Roma in cui venne poi edificata la basilica di S. Maria Maggiore. (…)
 Quale fu la causa di questa nevicata “impossibile”? Masolino da 
Panicale, nella sua pittura, rappresenta una scena dettagliata 
dell’evento, con la neve che cade da una “nuvola” grossa e allungata, 
grigiastra e a forma di sigaro, sotto la quale sono visibili delle 
nuvole più piccole. Un’attenta osservazione di queste ultime, peraltro, 
mostra che non sembrano nubi normali. Esse sono infatti tutte 
chiaramente delineate nei loro contorni e tutt’altro che vaporose, e 
sono poi rappresentate a due a due e in maniera identica con illuminata 
solo la parte superiore, con la maggior parte dei “dischi diurni” muniti
 di cupola.”
(fonte: R.Pinotti in www.notizieufo.com/clipeo77.htm)