giovedì 7 luglio 2011

1954: Ufo su Firenze



Oggi trattiamo uno degli avvistamenti UFO più clamorosi della casistica italiana.

Il 27 ottobre 1954 intorno alle 14.20 i cieli di Firenze sono percorsi da numerosi oggetti volanti di colore bianco e forma “ad ali di gabbiano” (secondo altri testimoni, a forma di “cappello da mandarino cinese”). Dopo il passaggio degli oggetti scende dall’alto, come una nevicata, una specie di bambagia vetrosa i cui fiocchi si sciolgono non appena toccano il suolo. Nello stadio della città si sta giocando Fiorentina-Pistoiese. I tifosi delle due squadre, stupefatti, alzano gli occhi al cielo e indicano le evoluzioni di due misteriosi globi volanti. La partita viene interrotta; anche Ferruccio Valcareggi, allenatore della Fiorentina e futuro tecnico della Nazionale italiana, osserva la scena attonito.

Uno studente universitario, Alfredo Jacopozzi, chiama la redazione de “La Nazione”, i cui giornalisti osservano direttamente una sfera fermarsi sopra alla cupola di Santa Maria del Fiore e quindi ripartire a grande velocità. Il giovane Jacopozzi recupera, riponendolo in una provetta, un filamento della sostanza caduta dal cielo. Analizzato presso l’Istituto di Chimica Analitica dell’Università di Firenze, diretto dal professor Giovanni Canneri, risulterà composto in prevalenza da boro, silicio, calcio e magnesio.
Il fenomeno si ripeterà nei giorni successivi in diverse città, soprattutto dell’Italia centrale, da Roma a Perugia, da Civitavecchia a Lucca. E in tutti questi casi l’apparizione di oggetti volanti è seguita dalla discesa di filamenti vetrosi sui quali vengono fatte diverse congetture sia da esperti che da comuni cittadini.

Un impiegato dell’aeroporto di Peretola telefona a “La Nazione” per raccontare la propria teoria. Secondo lui si tratterebbe di ragnatele. Talvolta il vento le raccoglie e ne fa una grossa palla. Poi qualche corrente ascensionale le porta in alto dove colpite dalla luce solare divengono luminosissime. Possono anche sembrare globi di fuoco. E proprio in quei giorni il tempo è stato molto perturbato, tanto che nel Sud, in particolare nel Salernitano, c’è stato un nubifragio di tragiche proporzioni con centinaia di morti e feriti e più di mille senza tetto. Ci si domanda altresì se la misteriosa bambagia di vetro possa essere stata persa nell’aria da qualche aereo. Il professor Piccardi dell’istituto di chimica e fisica dell’Università di Firenze, interrogato sull’argomento, dichiara di essere propenso ad escludere che la sostanza vetrosa sia stata lasciata cadere da un aereo, mentre avanza l’ipotesi che qualche raffica di vento l’abbia rapita in una fabbrica.
Ma un tecnico della lavorazione del vetro esclude che tale materiale possa essere sfuggito dalle vetrerie della Toscana. In quegli anni in Toscana c’è peraltro una sola vetreria che produce la lana di vetro, la vetreria Balzaretti e Modigliani di Livorno, ma il tecnico dello stabilimento, ing. Francesco Centoro, dichiara che i frammenti di vetro sottoposti all’analisi del Prof. Canneri sono troppo piccoli per poterne capire la natura, se cioè si tratti di materiale lavorato o formatosi naturalmente.
Un pilota ed esperto di aerei, Vasco Magrini, afferma che se un aereo perde lana di vetro significa che sta sfasciandosi, almeno che l’equipaggio non si sia disfatto delle lana di vetro usata come isolante termico, anche se sarebbe vietato lanciare qualsiasi cosa da bordo di un aeroplano. Sembra tuttavia che in concomitanza di alcune delle apparizioni si sia sentito proprio il motore di un aereo.
Altre ipotesi avanzate vanno dal vulcano che avrebbe prodotto i filamenti vetrosi mentre il vento si sarebbe incaricato di portarli in alto, all’esplosione atomica (in quegli anni si fanno esperimenti nell’atmosfera, ma fortunatamente i filamenti non risultano radioattivi), al vetro fuso da una scarica di fulmini, al vetro fuso appartenente ad un meteorite di passaggio, alla lana di vetro utilizzata da aerei sperimentali in funzione antiradar, ai residui di combustione di un nuovo carburante per motori. Si chiamano in causa persino vapori sparsi dai soffioni di Larderello ricchi di sali di boro e silicio. E circa i globi luminosi si ricorda anche che nel mese di ottobre si possono facilmente osservare piogge meteoriche che talvolta danno luogo a spettacoli grandiosi. Tuttavia sembrerebbe un po’ strana la visione di meteoriti in pieno giorno.
Secondo il Prof. Guglielmo Righini dell’osservatorio di Arcetri non ci sarebbe stato comunque alcun disco ma un fenomeno di ottica atmosferica. Data l’ora e la posizione del sole la bambagia avrebbe dato origine a fenomeni di riflessione scambiati per palloni o dischi volanti. Resterebbero da spiegare l’origine del materiale vetroso e i fenomeni notturni che non sarebbero mancati a Firenze e in tutta la Toscana. In particolare un disco luminoso sarebbe stato visto appunto di notte da un medico fiorentino che stava tornando da una visita: era insieme ad un amico ed il disco sarebbe stato visto da entrambi.
In una lettera inviata a “La Nazione” un certo prof. Malvezzi riporta un ricordo personale risalente al 1942, e quindi in periodo non sospetto, quando ancora nessuno parlava di dischi volanti (anche se sembra che qualche episodio fosse già stato registrato e proprio in Italia, ma non era mai divenuto di dominio pubblico), quando avrebbe visto una grande palla verde e poi un oggetto a forma di sigaro, concludendo che le apparizioni saltuarie e isolate di luci cui anche lui aveva assistito nel passato non erano neanche lontanamente comparabili alle “piogge di meteore” che pure aveva avuto modo di osservare sul lago di Como nell’ottobre del 1933.
Il quotidiano riporta anche notizie di fenomeni analoghi registrati all’estero.
In Svizzera sarebbe stato visto sgretolarsi un disco volante. Alcuni frammenti del disco, filamenti argentei, sarebbero stati raccolti dalla locale gendarmeria per le analisi. La notizia appare su un giornale di Losanna del 23 ottobre.
Un oggetto splendente di forma rotonda sarebbe stato visto da un gruppo di vigili del fuoco all’Asmara.
Un “sigaro volante” sarebbe atterrato sul territorio di un’azienda agricola italiana nei pressi di Tripoli. Il titolare, avvicinatosi all’apparecchio avrebbe scorto all’interno sei uomini indossanti tute color giallastro riuscendo a vedere il volto di uno di essi, dall’aspetto assolutamente umano, ma sarebbe stato colpito da una violenta scarica elettrica. Dopo circa venti minuti l’apparecchio si sarebbe sollevato e si sarebbe allontanato a velocità vertiginosa.In Francia un contadino avrebbe visto addirittura un “marziano” con delle lampade di color verde chiaro sulla testa.
Infine radio Budapest, captata il 28 ottobre a Vienna, annunciava che secondo l’osservatorio astronomico di Budapest il “preteso disco volante” che avrebbe attraversato in quei giorni il cielo d’Ungheria sarebbe stato in realtà un grosso meteorite precipitato in territorio ungherese. La radio chiedeva alla popolazione di “non credere alle notizie sensazionali e alle favole pubblicate dagli imperialisti sui dischi volanti”!Infine a Tradate, nei pressi di Milano, sarebbe atterrato un disco volante e sarebbero stati visti in giro anche un paio di “marziani”, ma la clamorosa notizia si rivelerà una burla organizzata da un gruppo di studenti.
Su “La Nazione” se ne continua a parlare fino al 30 ottobre con riferimenti anche ad altri episodi vicini e lontani e divagazioni sul tema. Viene persino ricordato il famoso episodio che ebbe per protagonista Orson Welles. La sera del 31 ottobre 1938, alle otto, Orson Welles e il piccolo gruppo di attori che formavano il “Mercury Theater” si presentarono davanti ai microfoni dello studio di New York della Columbia Broadcasting e misero in scena un racconto di H.G.Wells dal titolo “La guerra interplanetaria” . La trasmissione risultò talmente realistica e drammatica che molti credettero veramente all’invasione da parte dei marziani (si pensava ancora che il pianeta potesse essere abitato) tanto che ci furono scene di panico e qualcuno addirittura si suicidò.
Ritornando all’episodio di Firenze, che presumo non aver mai avuto una spiegazione definitiva, è certo che fu osservato da centinaia di perone in pieno giorno.
E il fenomeno della caduta dei filamenti di vetro, quasi una nevicata, è stato osservato altre volte, anche in epoche storiche lontane, e addirittura sembra essere stato rappresentato da Masolino da Panicale (1383-1447) nel dipinto “Il miracolo della neve”.

“Il Miracolo della Neve” venne dipinto da Tommaso di Cristoforo Fini, detto Masolino da Panicale su ordine del papa Martino V Colonna per la chiesa di Santa Maria Maggiore di Roma intorno al 1428.
” … abbiamo la rappresentazione visuale di uno stranissimo evento implicante Papa Liborio (352-366 A.D.). Secondo tale tradizione storica, in un sogno il Papa ebbe dagli Angeli l’ordine di costruire a Roma una nuova chiesa nel luogo esatto dove una nevicata miracolosa si sarebbe manifestata. Il giorno dopo, una strana sostanza simile a neve cadde dal cielo contro qualsiasi previsione meteorologica, in una calda giornata d’agosto. Il fenomeno fu limitato alla sola zona di Roma in cui venne poi edificata la basilica di S. Maria Maggiore. (…) Quale fu la causa di questa nevicata “impossibile”? Masolino da Panicale, nella sua pittura, rappresenta una scena dettagliata dell’evento, con la neve che cade da una “nuvola” grossa e allungata, grigiastra e a forma di sigaro, sotto la quale sono visibili delle nuvole più piccole. Un’attenta osservazione di queste ultime, peraltro, mostra che non sembrano nubi normali. Esse sono infatti tutte chiaramente delineate nei loro contorni e tutt’altro che vaporose, e sono poi rappresentate a due a due e in maniera identica con illuminata solo la parte superiore, con la maggior parte dei “dischi diurni” muniti di cupola.”

(fonte: R.Pinotti in www.notizieufo.com/clipeo77.htm)



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