sabato 7 luglio 2012

Un nuovo ritrovamento sembra sfatare la profezia Maya


Un nuovo ritrovamento archeologico riguardante la profezia Maya del 2012 sfata il mito della fine del mondo. I Maya, contrariamente a quanto comunemente si crede, attraverso questi riferimenti ad epoche lontane future cercavano la stabilità. La scoperta, uno dei più significativi geroglifici trovati negli ultimi in decenni, è stato annunciata il 28 giugno 2012 al Palazzo Nazionale in Guatemala.

Gli archeologi che lavorano nel sito di La Corona in Guatemala hanno scoperto un testo Maya risalente a 1300 anni fa che fornisce il secondo riferimento noto alla cosiddetta “data finale” del calendario Maya, il 21 dicembre 2012.

“Questo testo parla più dell’antica storia politica piuttosto che della profezia”, ​​spiega Marcello A. Canuto, direttore del Middle American Research Institute e co-direttore degli scavi a La Corona.

Dal 2008, Barrientos Canuto e Tomás Barrientos della Universidad del Valle de Guatemala hanno diretto gli scavi a La Corona, un sito che era stato sconvolto dai saccheggiatori.

“L’anno scorso, ci siamo resi conto che i saccheggiatori di un particolare edificio avevano scartato alcune pietre scolpite perché erano troppo erose da vendere sul mercato nero dell’antiquariato”, ha detto Barrientos, “perciò sapevamo che avevano trovato qualcosa di importante, ma abbiamo anche pensato che poteva essergli sfuggito qualcosa. ”

Quello che Canuto e Barrientos hanno trovato è il più lungo testo mai scoperto in Guatemala. Intagliato sui gradini di una scala, registra 200 anni di storia de La Corona, afferma David Stuart, direttore del Centro Mesoamerica presso l’Università del Texas a Austin, che faceva parte di una spedizione del 1997 e che ha esplorato il sito per primo.

Mentre decifrava questi nuovi reperti a maggio, Stuart ha riconosciuto il riferimento al 2012 su un blocco della scala che riporta 56 geroglifici finemente scolpiti. Il geroglifico è la raffigurazione di una visita reale a La Corona nel 696 d.C. del sovrano Maya più potente di quel tempo, Yuknoom Yich’aak K’ahk’ di Calakmul, solo pochi mesi dopo la sua sconfitta da parte del rivale Tikal nel 695.

“Era un momento di grande agitazione politica nella regione Maya e questo re si sentì obbligato a far riferimento ad un ciclo più ampio di tempo che finiva nel 2012″, spiega Stuart.

Dunque la necessità di pensare al 2012 era dovuta a contingenze storiche legate alle vicissitudine di questo re tormentato.

“In tempi di crisi, gli antichi Maya hanno usato il loro calendario per promuovere la continuità e la stabilità, piuttosto che prevedere l’apocalisse”, conclude Canuto.


(fonte: meteoweb.eu)

3 commenti:

  1. Quì si ha un fraintendimento, gli archelogi della scoperta, sembra non abbiano capito che i Maya, non intendevano la fine del mondo apocalittica come si parlava su Voyager e Mistero e come i media volevano inculcare nelle menti delle persone. Non si tratta di una fine vera e propria, ma lia fine di un ciclo, di un era , del quarto Katun, i sacerdati maya erano già al corrente che si verificavano e si stanno verificando cambiamenti planetari e sociali. Per esempio sapevano della crisi mondiale che sarebbe stata anche in qualche modo favorita dall'elitè bancaria internazionale, sapevano dei conflitti sociali, della crisi della Chiesa, ecc. inoltre e questo è molto importante che fra una decina d'anni saremo tutti microchippati dall'NWO, chi non lo vorrà il marchio della Bestia, sarà escluso dalla società e non avrà più i sui diritti, negli USA nel 2013 gi inizieranno ad impianetare il microchip, questa è una notizia ufficiale detta da Obama, circa qualche mese fa, io mi preoccuperei più di questo che dei ritrovamenti archeologici che smentiscono, o confermano la fine del mondo, non siete d'accordo??

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  2. Credo che tutto si potrà dire, tranne che sapere il futuro...quindi!!!!!!!!!?????????? Un saluto vero.

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