di Francesca de Santis
Secondo Micael , lo spirito attraverso cui è stato possibile per Allan Kardec raccogliere informazioni sul mondo immateriale e sull’al di là, gli spiriti hanno una forma determinata, limitata e costante solo agli occhi degli altri spiriti, mentre di fronte all’occhio umano no.
Questa forma è , per così dire, una fiamma, un raggio, una scintilla eterea. Quando viene chiesto il colore di questa “fiamma” , Micael dice che potrebbe variare, alla nostra vista, tra il fosco al lustro del rubino, secondo la purezza dello spirito di cui si tratta. Questa fiamma, spiega, di solito si pone sulla sommità della testa poiché essa è la sede dell’intelligenza. Per varcare lo spazio, prosegue, occorre agli spiriti un tempo, breve quanto la formulazione di un pensiero. Essi non riscontrano, nella materia, un ostacolo. Essi posso penetrare tutto .
In questo momento della comunicazione ( per saperne di più, leggere i precedenti articoli) Allan Kardec chiede : Gli spiriti hanno il dono dell’ubiquità? In altre parole, può dividersi, trovarsi in due posti diversi nello stesso momento? La risposta pervenuta è stata: NO. C’è comunque un “ma”. Infatti Micael precisa: OGNI SPIRITO E’ UN’UNITA’ INDIVISIBILE MA PUO’ ESTENDERE IL SUO PENSIERO IN PIU’ DIREZIONI IN UN TEMPO. In questo consiste la facoltà dell’ubiquità attribuita agli spiriti.
Nel prossimo articolo inizieremo a parlare, visto la lunghezza dell’argomento e la sua complessità, del perispirito, della classificazione degli spiriti in ordini, scale e classi.
INFORMAZIONE PRINCIPALE: GLI SPIRITI HANNO IL DONO DELL’UBIQUITA’ LIMITATO ALLA CAPACITA’ DI ESTENDERE IL LORO PENSIERO IN PIU’ DIREZIONI.
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