"Da oggi sara' molto difficile comparire in pubblico per parlare dell'attivita' sismica in atto in Italia, con la possibilita' che i ricercatori possano essere denunciati per qualche omissione o per procurato allarme". Lo afferma Stefano Gresta, presidente dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, commentando la sentenza di condanna a sei anni di carcere inflitta a ciascuno dei componenti della Commissione Grandi Rischi in relazione al terremoto dell'Aquila dell'aprile 2009.
"Siamo particolarmente colpiti dalla sentenza dell'Aquila, perche' rischia di minare - dice Gresta - uno dei cardini della ricerca scientifica: quello della liberta' d'indagine, di discussione aperta e trasparente e di condivisione dei risultati, fattori imprescindibili del progresso scientifico".
"Condannare la scienza - prosegue Gresta - significa lasciare il campo libero a predicatori che millantano di sapere prevedere i terremoti, rinunciando di fatto al contributo di autorevoli scienziati". Comunque, sebbene la sentenza sia "un colpo molto duro", l'Ingv "continuera' - precisa il presidente - il suo lavoro di ricerca con il massimo impegno e rafforzera' la sua presenza nella societa' per un'opera di corretta informazione ed educazione". Gresta esprime, quindi, a nome dell'Ingv, "tutto il suo rammarico e la sua preoccupazione per la sentenza di primo grado del processo", che condanna i componenti della Commissione Grandi Rischi, il vice capo dipartimento della Protezione Civile, il direttore dell'Ufficio Rischio Sismico della Protezione Civile e il direttore pro-tempore del Centro Nazionale Terremoti dell'Ingv. "Il nostro pensiero va ancora una volta alle vittime del terremoto e ai loro parenti: sappiamo che nessuna sentenza potra' mai ricompensare gli affetti perduti. Ma e' importante considerare che la sentenza costituisce un precedente, in grado di condizionare in modo determinante il rapporto tra esperti scientifici e decisori, non solo nel nostro Paese".
GIAMPAOLO GIULIANI - "Una sentenza storica che dovra' essere presa ad esempio da tutta la comunita' scientifica internazionale". Cosi' il ricercatore aquilano Giampaolo Giuliani commenta la sentenza alla commissione grandi Rischi. Giuliani, presidente dell'omonima fondazione, diversi giorni prima del sisma aveva cercato di allarmare la popolazione e di sensibilizzare le istituzioni. Ma inutilmente.
"La sentenza - aggiunge - mi ha sorpreso perche' la condanna e' andata al di la' delle richieste dell'accusa. Non sono felice, questa e' una cosa che riapre le ferite di quei giorni. Le responsabilita' scientifiche - dice Giuliani, noto anche per le sue previsioni sismiche tramite il radon - sono chiaramente emerse dalle varie testimonianze. Il processo, seppur in primo grado, ha anche dimostrato che chi doveva comportarsi in un certo modo non lo ha fatto. I giudici, a cui va il mio plauso, hanno dovuto coniugare il diritto con la scienza e per due anni sono stati sotto pressione. La sentenza e' un esempio per tutti gli errori commessi". Secondo Giuliani, infine, "e' necessario avere le persone giuste nei posti giusti".
"Siamo particolarmente colpiti dalla sentenza dell'Aquila, perche' rischia di minare - dice Gresta - uno dei cardini della ricerca scientifica: quello della liberta' d'indagine, di discussione aperta e trasparente e di condivisione dei risultati, fattori imprescindibili del progresso scientifico".
"Condannare la scienza - prosegue Gresta - significa lasciare il campo libero a predicatori che millantano di sapere prevedere i terremoti, rinunciando di fatto al contributo di autorevoli scienziati". Comunque, sebbene la sentenza sia "un colpo molto duro", l'Ingv "continuera' - precisa il presidente - il suo lavoro di ricerca con il massimo impegno e rafforzera' la sua presenza nella societa' per un'opera di corretta informazione ed educazione". Gresta esprime, quindi, a nome dell'Ingv, "tutto il suo rammarico e la sua preoccupazione per la sentenza di primo grado del processo", che condanna i componenti della Commissione Grandi Rischi, il vice capo dipartimento della Protezione Civile, il direttore dell'Ufficio Rischio Sismico della Protezione Civile e il direttore pro-tempore del Centro Nazionale Terremoti dell'Ingv. "Il nostro pensiero va ancora una volta alle vittime del terremoto e ai loro parenti: sappiamo che nessuna sentenza potra' mai ricompensare gli affetti perduti. Ma e' importante considerare che la sentenza costituisce un precedente, in grado di condizionare in modo determinante il rapporto tra esperti scientifici e decisori, non solo nel nostro Paese".
GIAMPAOLO GIULIANI - "Una sentenza storica che dovra' essere presa ad esempio da tutta la comunita' scientifica internazionale". Cosi' il ricercatore aquilano Giampaolo Giuliani commenta la sentenza alla commissione grandi Rischi. Giuliani, presidente dell'omonima fondazione, diversi giorni prima del sisma aveva cercato di allarmare la popolazione e di sensibilizzare le istituzioni. Ma inutilmente.
"La sentenza - aggiunge - mi ha sorpreso perche' la condanna e' andata al di la' delle richieste dell'accusa. Non sono felice, questa e' una cosa che riapre le ferite di quei giorni. Le responsabilita' scientifiche - dice Giuliani, noto anche per le sue previsioni sismiche tramite il radon - sono chiaramente emerse dalle varie testimonianze. Il processo, seppur in primo grado, ha anche dimostrato che chi doveva comportarsi in un certo modo non lo ha fatto. I giudici, a cui va il mio plauso, hanno dovuto coniugare il diritto con la scienza e per due anni sono stati sotto pressione. La sentenza e' un esempio per tutti gli errori commessi". Secondo Giuliani, infine, "e' necessario avere le persone giuste nei posti giusti".
(fonte: abexpress.it)
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