martedì 16 ottobre 2012

Luci di Hessdalen, mistero risolto?



Le luci di HESSDALEN sono indubbiamente il fenomeno inspiegabile che addossa curiosità e mistero ad appassionati ufologi e fan dgli avvistamenti ufo:Il mistero delle strane luci di Hessdalen è noto da decenni oramai. Sono un fenomeno luminoso che si è manifestato nei cieli della vallata di Hessdalen, in Norvegia, a partire dagli anni ’80. Si tratta di grandi dischi di luce di vari colori, tanto luminosi da rischiarare tutta la valle. Di forme diverse, a volte si fermano a mezz’aria per più di un’ora prima di sparire.Per la gente del posto inizialmente la cosa non ha rappresentato un problema, anzi il fenomeno richiamò i primi turisti i quali spesso tornavano a casa soddisfatti per la fortuna di aver assistito a qualcosa di particolare. 

 Con il moltiplicarsi degli episodi il clamore dovuto al susseguirsi degli avvistamenti richiamò l'attenzione delle autorità e dei media, e con il conseguente fiorire di racconti più o meno credibili iniziarono i primi fastidi e nel contempo furono avviate le prime indagini governative e scientifiche, da cui però non sortì alcuna spiegazione plausibile.
Nel 1983 con la diffusione della notizia oltre i confini nazionali aumentarono progressivamente le visite dei curiosi e iniziarono ufficialmente gli studi e le ricerche internazionali, dapprima con il "Project Hessdalen" fondato da alcuni gruppi ufologici scandinavi, e in seguito con veri e propri drappelli di scienziati da tutto il mondo, tra cui diversi italiani.

Dal punto di vista radio la valle di Hessdalen è permeata di ogni genere di segnali nelle onde radio molto basse (VLF in particolare), la stragrande maggioranza dei quali sono interferenze di tipo "man-made". Una piccola parte di questi segnali contiene invece caratteristiche decisamente anomale, in particolare i segnali doppler nel range 1-3 KHz. Per quanto invece riguarda le palle di luce in quanto tali possiamo al momento affermare che: 1) il fenomeno luminoso apparentemente genera luce come un radiatore non-planckiano, gli aumenti di luce sembrano essere dovuti all'improvviso aumento della superficie radiante mentre la temperatura di colore resta pressoché costante; 2) l'aumento della superficie radiante non è dovuto ad espansione dei globi di luce, ma all'apparizione improvvisa di grappoli di piccole sfere concentrate attorno ad una specie di nucleo centrale; 3) il fenomeno luminoso, analizzando la distribuzione a 3-D della luminosità e verificandone il profilo molto netto, non ha le caratteristiche di un "plasma standard" ma di una materia che apparentemente simula un solido uniformemente illuminato; 4) il fenomeno di luce può raggiungere una potenza fino ai 20 KW; 5) la valle di Hessdalen è completamente elettrificata in quanto mostra ovunque tanti piccoli "flash" di brevissima durata che spesso riusciamo a registrare con foto a lunga posa.


Ma ora proprio gli italiani sembrano aver trovato la strada che potrebbe spiegare quelle luci.

 
Jader Monari e altri ricercatori radio astronomi hanno formulato un’ipotesi molto convincente per spiegare il fenomeno. Il rame e lo zolfo di antiche miniere della valle insieme al ferro presente nelle rocce sul versante opposto della valle darebbero origine a una gigantesca “pila” naturale. Anche 2 anni ad agosto 2010, il fisico britannico David Turner, asseriva che  lo scambio di energia termica, elettrica e chimica tra un plasma e un'atmosfera ricca di vapor d'acqua e aerosol, è in grado di generare palle di luce dai profili nettissimi come quelli da noi osservati. Esse, essendo costituite da un vero plasma all'interno e da uno strato esterno con funzione refrigerante, producono energia con un meccanismo simile a una pompa termo-chimica: ciò permette l'esistenza di una struttura autoregolata e dai tempi di vita relativamente lunghi. Il plasma da cui tutto si origina è con ogni probabilità prodotto dalle flessioni tettoniche che a loro volta generano piezoelettricità ed effetti elettromagnetici simultanei nelle onde VLF e UHF: in tali condizioni secondo il modello del fisico cinese Juo Suo-Zou può formarsi un vortice di plasma. Questo interagendo con l'atmosfera genera ciò che poi vediamo. Ricordiamo che non sono pochi gli specialisti che hanno dedicato il loro tempo a questo mistero, e che per valutarne le caratteristiche fisiche sono state raccolte gran quantità di dati numerici, tramite tracciati radar, contatori geiger, spettroscopi, rilevatori IR, fotometria e diversi altri tipi di analisi.
Ad esempio sono state effettuate ricerche anche nei campioni di suolo raccolti in corrispondenza del passaggio del fenomeno, dove si sono notate alcune particolarità. In primis una leggera radioattività, probabilmente dovuta al ritrovamento di silicato di zirconio, "tessuti" silicei probabilmente di origine microfossile, mentre l'aspetto più enigmatico sono le particelle di ferro viste al microscopio, di forma perfettamente sferoidale, solitamente risconducibili a cadute meteoritiche e piuttosto insolite in natura. La cosa curiosa è che lo stesso tipo di microsfere è già stato rintracciato nelle analisi del terreno raccolto in corrispondenza di alcuni episodi ufologici, ad esempio nell'ex Unione Sovietica, così come ad Hessdalen nei punti precisi in cui il fenomeno si è manifestato..


Come in una pila le linee di forza trasportano particelle elettriche che possono dare origine alle “bolle” di luce che si osservano.

Questa tesi spiegherebbe anche perché le luci di Hessdalen (detti anche Ufo di Hessdalen) sarebbero più visibili durante le aurore, quando dal Sole arrivano particelle elettricamente cariche che innescano il fenomeno.

Noi di Universo Ignoto lasciamo l'ultimo parerei ai nostri lettori, considerando che liquidare tutta la casistica con un'ipotesi per ora non avvalorata da prove non ci sembra giustifichi tutto questo clamore dei media riguardo la risoluzione definitiva di questo mistero.



(fonte: http://sonoconte.over-blog.it)

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